di Andrea Pira
Su Wall Street soffia il vento della guerra commerciale. Per la seconda volta in un mese i mercati azionari statunitensi hanno registrato forti turbolenze e cali. Se all’inizio di febbraio a scombussolare l’andamento del Dow Jones dopo un anno di crescita quasi ininterrotta e a scatenare le vendita erano stati i possibili effetti della riforma fiscale di Donald Trump e le prospettive di un rialzo dei tassi più veloce del previsto da parte della banche centrali, questa volta a mettere gli indici sotto pressione sono le misure protezionistiche imposte dall’amministrazione Usa. Ma «un mondo con più commercio, relativamente all’intera economia tra 10 o 20 anni, sarà un modo migliore rispetto a quello con meno commercio», commenta Warren Buffett pur contrario a un eccessivo deficit commerciale e ad abusare degli scambi globali con il dumping.
Una convinzione espressa lo scorso 26 febbraio in un’ora e un quarto di conversazione con Class Cnbc, durante la quale l’oracolo di Omaha a capo della società d’investimento Berkshire Hathaway, ha dato 10 consigli per muoversi sui mercati.

Azioni non bond. Per molti alla base degli scossoni ci sono i timori di chi pensa che con il rialzo dei tassi e meno denaro in circolazione sia più utile ritirarsi dagli investimenti più rischiosi per mettere i soldi in prodotti più sicuri come le obbligazioni. Buffet, però, non la pensa così e messo davanti all’alternativa tra bond a lungo termine o azioni, sceglierebbe le seconde. «Se dovessimo mantenere un bond governativo o un’azione per 30 anni, le azioni farebbero meglio delle obbligazioni». Nel breve periodo i titoli societari sono più rischiosi. Ma il finanziare guarda a un orizzonte temporale più ampio. Come già scritto nella lettera agli investitori, alla lunga «un portafoglio diversificato di azioni Usa diventerà progressivamente meno rischio delle obbligazioni». E tagliando corto ritiene sia una strategia «molto stupida» quella di tenere bond a lunga scandenza.

Tasse. Buffett non sostiene il piano repubblicano di taglio delle imposte che comunque ha messo «il vento in poppa» alle aziende Usa. «Per noi vuol dire pagare il 21% anziché il 35%, il che vuol dire molti soldi».

Tesoretto. Berkshire può contare su liquidità per 116 miliardi e con la riforma fiscale guadagnerà 29 miliardi. «Questa liquidità va oltre il livello che io e Charlie Munger (il suo socio) vorremo avere . Saremo più contenti quando riusciremo a investire i fondi in eccesso in asset produttivi»

Dividendo. Se non dovesse trovare altre opzioni per investire il tesoretto l’opzione è girare i soldi ai propri azionisti. Ma non in forma di cedola «I dividendi portano con sé l’impegno implicito che saranno pagati per sempre», sottolinea Buffett. Meglio quindi un riacquisto di azioni.

Apple. Pur non avendo l’iPhone cui preferisce il vecchio cellulare a conchiglia, Buffett non nasconde l’ottimismo sulle prospettive di Cupertino. Apple ha un «franchise per i consumatori straordinario», ha spiegato il finanziere, «ha un ecosistema molto forte» che «lega psicologicamente e mentalmente» l’utente al prodotto che usa. Anche per questo nel corso dell’ultimo anno «abbiamo comprato più titoli Apple rispetto a quelli di qualunque altra società»

Armi. La strage dello scorso 14 febbraio in un liceo a Parkland, Florida, ha riacceso il dibattito sulla vendita delle armi negli Stati Uniti. Buffett ritiene comunque che le convinzioni politiche personali non debbano incidere sulle scelte d’investimento di Berkshire. «Non credo dovremmo dire di non fare affari con chi possiede un’arma». Detto ciò pur non emettendo alcun editto Berkshire non possiede quote di produttori d’armi

Aerei. È un settore nel quale in passato la concorrenza è stata feroce e dove per questo si rischia di prendere decisioni stupide che mettono a rischio i fatturati. Non esclude comunque che in futuro Berkshire possa acquisire un’intera compagnia. Al momento però detiene soltanto partecipazioni tra il 6 e il 9% in American Airlines, SouthWest Airlines, United e Delta.

Sanità. La rivoluzione del welfare parte con la partnership tra Berkshire, Jp Morgan e Amazon per offrire servizi sanitari di qualità e a basso costo ai propri dipendenti. «Non comprereremo alcun business della sanità per sperimentarlo nella nostra iniziativa» ha chiarito il finanziarie. Il che riguarda anche General Electrics Healthcare, anche perché la stessa società non sembra intenzionata a cedere il business, se non piccole divisioni, mentre Berkshire &Co cercano realtà più grandi.

General Electric. Buffett non ha nascosto i problemi degli ultimi mesi, ma continua a definire la multinazionale della tecnologia e dei servizi una società «fantastica». Alla domanda se intenda comprare altri pacchetti azionari ha risposto però che di recente Berskhire ha ceduto una piccola quota, al prezzo di 29 dollari per azione. Nei giorni dell’intervista il titolo viaggiava sui 15 dollari. Motivo per cui ha ammesso che ia quei prezzi non esiterebbe a staccare l’assegno.

Leva. Prendere soldi in prestito per investirli in azioni «è da pazzi, non sappiamo se l’indomani le borse apriranno». Chi si muove in questa maniera punta ad arricchirsi ora e subito, ma il rischio è ritrovarsi a gambe all’aria. Guardare soltanto al prezzo delle azioni «non è investire è giocare d’azzardo» Al contrario chi investe veramente deve tenere in considerazione l’intero quadro. Un’esempio negativo sono da questo punto di vista le cryptomonete, «non si guarda all’asset per produrre qualcosa (riproduzione riservata)
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