Takata ha ammesso le proprie responsabilità nel caso degli airbag difettosi e si è dichiarata colpevole di illecito penale, pur di raggiungere un accordo per chiudere le indagini avviate dalle autorità americane. L’azienda giapponese ha anche accettato di pagare un miliardo di dollari (941 mln euro) per lasciarsi alle spalle l’accusa di avere fornito alle case automobilistiche report fuorvianti sui dispositivi incriminati. Davanti alla corte federale di Detroit, Takata ha raggiunto il patteggiamento con il Dipartimento di giustizia per archiviare il processo penale avviato parallelamente al maxi richiamo di 42 milioni di veicoli che erano dotati, solo negli Usa, di 70 milioni di airbag a rischio di esplosione. Takata pagherà multe per 25 milioni di dollari (23,5 mln euro), risarcimenti per 125 milioni (117,7 mln euro) alle vittime delle esplosioni e 850 milioni di dollari ai costruttori, a copertura dei costi di richiamo.

Intanto, in un altro processo in Florida, alcune case (Honda, Toyota, Ford, Nissan e Bmw) sono state accusate di avere saputo per anni della pericolosità degli airbag senza prendere i necessari provvedimenti.

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