di Anna Messia
Il lavoro è durato quasi un anno ma ora l’Ania è pronta a presentare le sue richieste all’Ivass per rendere Solvency II meno pesante per le imprese più piccole. Per le compagnie piccole, in pratica, le nuove regole europee su governance e capitale dovrebbero essere rese un po’ più leggere, per evitare di penalizzarle visto che è stato calcolato che, in proporzione, con la nuova Solvency II, il rapporto tra spese amministrative e riserve gestite sarebbe doppio per le assicurazioni con meno premi rispetto alle più grandi. Ma al di là del principio generale, riconosciuto da tutti, nei fatti non è per nulla facile per il regolatore allargare i cordoni dei controlli. Per questo l’Ania, con una procedura mai utilizzata finora, ha deciso di raccogliere le esigenze e le richieste dell’industria per avanzare una serie di proposte da presentare all’Ivass. Un tavolo che è stato aperto appunto un anno fa e che ora è arrivato a conclusione con la messa a punto di un documento che dovrà essere portato nei prossimi giorni negli uffici di Rossi. I contenuti sono stati accennati dalla presidente dell’Ania, Maria Bianca Farina, intervenuta al convegno su Solvency II organizzato lo scorso 3 marzo da Ivass e coinvolgono tutti e tre i pilastri della nuova normativa, dai requisiti di capitale alla governance, ma anche il reporting. L’idea alla base della proposte del settore è creare una griglia di riferimento, secondo la quale le imprese assicurative possano essere catalogate per la loro dimensione e per la loro complessità. A contare, insomma, non sarebbe solo il volume complessivo dei premi, ma anche l’attività svolta. E per un’impresa che opera in un solo ramo o che magari investe esclusivamente in titoli di Stato si potrebbero prevedere semplificazioni, nella reportistica da consegnare all’Ivass prima di tutto. «Perché prevedere ogni anno aggiornamenti delle policy se il rischio della compagnia non è cambiato oppure report trimestrali se il business è molto semplice?», aveva osservato Farina.

E qualche considerazione, suggeriscono da Ania, si potrebbe fare anche sul capitale. Non sul requisito, fissato a livello europeo dalla normativa, ma piuttosto sulle modalità di calcolo che possono essere semplificate. La parola passerà presto all’Ivass, che ha comunque già annunciato l’intenzione di mettere in pubblica consultazione un documento sull’argomento, in particolare sulla governance. (riproduzione riservata)
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