Di Paola Valentini
Cassa depositi e prestiti con 1,33 miliardi di euro, il ministero dell’Economia con 802,6 milioni e l’imprenditore Leonardo del Vecchio con 420,4 milioni. Sono questi gli azionisti che salgono sul podio dei Paperoni dei dividendi 2017 in Piazza Affari. Dove è in arrivo una pioggia di cedole. Il monte totale supera i 17,3 miliardi di euro, in aumento del 9% rispetto ai 15,9 miliardi dello scorso anno. Una crescita che riflette il recupero degli utili delle società quotate, a partire da quelle industriali (servizio a pagina 12). E a beneficiarne, oltre ai piccoli azionisti, sono soprattutto i grandi soci. Come emerge dall’analisi di MF-Milano Finanza che ha calcolato i nomi dei soci che avranno la fetta maggiore di questa torta nella stagione dei dividendi in procinto di prendere il via. Nelle prossime settimane si aprirà la tornata delle assemblee chiamate ad approvare i bilanci 2016 e i relativi dividendi proposti dai cda.

I soci, indicativamente, tra maggio e giugno passeranno all’incasso ottenendo rendimenti e importi di tutto rispetto. A partire dalla Cdp guidata da Claudio Costamagna e Fabio Gallia. La società mista pubblico-privato (controllata dal ministero dell’Economia con la partecipazione anche delle fondazioni bancarie) che utilizza il risparmio postale per finanziare aziende e pubbliche amministrazioni, si prepara a ricevere un assegno da 1,33 miliardi. A tanto ammontano i dividendi di sua competenza che saranno distribuiti dalle sue cinque partecipate quotate: Eni (26,37%), Italgas (26,05%), Poste (35%), Snam (30,79%) e Terna (29,85%). Tra queste società, in particolare, il gruppo guidato dall’ad Francesco Caio (ancora per poco, sarà sostituito a breve su indicazione del Tesoro da Matteo del Fante) si conferma uno dei più generosi della borsa italiana.

In base alla cedola di 0,39 euro per azione, il monte dividendi delle Poste è pari a 509 milioni, in aumento del 14,7% sul 2015 e in linea con le politica dei dividendi di Poste, fissata in occasione della quotazione nell’ottobre 2015, che prevede la distribuzione di una quota dell’80% degli utili. Al prezzo attuale del titolo il dividend yield di Poste (ovvero il rapporto tra dividendo unitario e quotazione) è del 6,09%, ai vertici di Piazza Affari. Anche Eni , pur soffrendo la diminuzione del prezzo del petrolio, ha un rendimento da dividendo tra i più alti della borsa grazie a un monte di ben 2,9 miliardi, il più alto tra tutte le quotate di borsa.

Il gruppo si propone di distribuire sul 2016 una cedola di 0,8 euro (lo stesso importo del 2015, di cui 0,4 euro pagati in acconto), il che si traduce in un dividend yield del 5,38% A differenza di altri gruppi petroliferi la società guidata dall’ad Claudio Descalzi ha già tagliato negli scorsi anni la cedola (era di 1,12 euro nel 2014). E nel piano industriale al 2020 Eni ha confermato un dividendo stabile di 0,8 euro per azione nel 2017. Importo che potrebbe aumentare nel quadriennio, in linea con la crescita degli utili. Redditizie sono anche Snam e Italgas , che offrono un dividend yield rispettivamente del 5,33% e del 5,07% per un importo totale dei dividendi 735 milioni e 161,8 milioni. Mentre Terna erogherà ben 414 milioni, pari a uno yield del 4,56%. Quanto al ministero guidato da Pier Carlo Padoan, gli 802 milioni di cedole arrivano da sette partecipate: Enav (53,37%), Enel (23,59%), Eni (3,93%), Fnm (14,74%), Leonardo (32,45%), Poste (29,7%) e Ray Way (65,07%).

Il Tesoro quest’anno ha potuto rivedere, dopo essere rimasto a secco per sei anni, la cedola di Leonardo che, grazie alla cura dell’ad Mauro Moretti (anch’egli in procinto di passare il testimone, al suo posto andrà Alessandro Profumo) ha mostrato risultati in miglioramento e ha deciso di erogare 0,14 euro per azione. Ma è Enel che contribuirà maggiormente a remunerare il ministero perché il monte dividendi è di 1,8 miliardi sulla base di una cedola unitaria di 0,18 euro. Tra l’altro il 50% di questo importo è già stato pagato il 23 gennaio: nel piano strategico al 2019, presentato a novembre, la società guidata dall’ad Francesco Starace ha deciso di iniziare a pagare l’acconto. Al prezzo attuale di Enel il dividend yield è del 4,25%. È invece grazie alle quote in Luxottica (66,4%), Generali (3,16%) e Foncier des Régions (27,9%) che Leonardo Del Vecchio si piazza al terzo posto tra gli azionisti quest’anno più remunerati dai dividendi.

L’imprenditore veneto, che nei mesi scorsi ha raggiunto un accordo per portare la sua azienda a nozze con i francesi di Essilor , otterrà in totale 420,4 milioni e a contribuire di più sarà Luxottica , il cui monte è pari a 445,5 milioni, in aumento del 3,3% sul 2015. Quanto alla compagnia guidata dall’ad Philippe Donnet, le cedole ammonteranno a 1,247 miliardi, in crescita dell’11,1% sull’anno precedente. In occasione dell’aggiornamento del piano industriale 2015-2018, lo scorso novembre, il gruppo triestino ha confermato che nei quattro anni i dividendi aggregati supereranno i 5 miliardi. Attualmente il rendimento del titolo del Leone alato supera il 5,5% in base a una cedola di 0,8 euro. Un’altra macchina da dividendi è Intesa Sanpaolo , che si conferma anche uno dei titoli con il più alto dividend yield (supera il 7%). Il monte dividendi delle ordinarie è pari a 2,8 miliardi, in aumento del 27% dai 2,2 miliardi relativi al bilancio del 2015 distribuiti lo scorso anno. La banca d guidata dal consigliere delegato Carlo Messina ha ribadito la generosa politica di remunerazione degli azionisti prevista nel piano industriale 2014-2017, che prevede di distribuire 10 miliardi di dividendi cash cumulati nei quattro anni.

Complessivamente per il 2016 Intesa Sanpaolo distribuirà 3 miliardi cash, in crescita dai 2,4 miliardi del 2015 e dagli 1,2 miliardi del 2014. È proprio grazie al dividendo della Ca’ de Sass che la Compagnia di Sanpaolo , fondazione torinese guidata da Francesco Profumo cui fa capo il 9,89% di Intesa Sanpaolo , avrà ben 279,2 milioni. La banca si conferma quindi un importante fonte di risorse per le fondazioni sue azioniste (la Cariplo, che ha il 4,68% di Intesa , è ottava in classifica con 132 milioni, seguita dalla Fondazione Cariparo, che ha il 4,18%, alla quale andranno 118 milioni), a differenza di altri istituti di credito che invece hanno dovuto tirare il freno sulla remunerazione a causa dell’andamento tutt’altro che brillante dei propri bilanci.

Non è il caso di Intesa Sanpaolo , che nel 2016 ha registrato un risultato netto consolidato di 3,11 miliardi, dai 2,739 miliardi del 2015. A tallonare la Compagnia di San Paolo sono i fratelli Gianfelice e Paolo Rocca proprietari con il 60,45% di Tenaris che per il 2016 distribuirà in tutto 450 milioni.
Quinta è un’altra famiglia storica di Piazza Affari, quella dei Benetton, che da Autogrill (50,1%), Atlantia (30,2%) e Mediobanca (2,16%) vedranno arrivare 267,8 milioni. Atlantia , in particolare, ha un dividend yield del 4% ed erogherà in totale 801 milioni, mentre il monte dividendi di Autogrill è ben più modesto (40,7 milioni), come il suo dividend yield (1,8%).

Mediobanca, che chiude il bilancio al 30 giugno, ha distribuito 235,9 milioni in base a una cedola unitaria di 0,27 euro, in aumento rispetto agli 0,25 euro dell’esercizio precedente. (riproduzione riservata)
Fonte: