di Anna Messia

Il mercato tifa per un secondo mandato di Francesco Caio alla guida delle Poste Italiane . Le prossime ore saranno decisive per capire quale sarà l’assetto del gruppo per i prossimi tre anni visto che già venerdì prossimo potrebbe arrivare la lista del Tesoro per le aziende pubbliche in scadenza tra cui ci sono anche Eni , Enel , Leonardo , Terna , Enav . Ieri c’è stato un nuovo incontro tra il Tesoro e Palazzo Chigi per esaminare i dossier, ma non sono state ancora prese le decisioni definitive, e un incontro formale è in calendario per domani.

Per quanto riguarda il vertice del gruppo aerospaziale, l’uscita di Mauro Moretti appare probabile per la condanna del manager in primo grado a sette anni per la strage ferroviaria di Viareggio, quando lui era ad delle Ferrovie, l’altra azienda in cui lo scenario non è ancora chiaro è appunto Poste Italiane . Dalla sua Caio ha gli analisti che apprezzano la svolta impressa dal manager alla gestione e i risultati raggiunti finora. Tanto che ieri il titolo, sulle voci della possibilità di un nuovo amministratore delegato (il nome più circolato è stato quello di Matteo Del Fante, ad di Terna ) è arrivato a perdere l’1,55% salvo poi recuperare (-0,85% a 6,38 euro) grazie in particolare a due grandi ordini arrivati nel pomeriggio. Tanto che i volumi scambiati sul titolo sono stati 5,7 milioni, ben più alti della media giornaliera di 3,7 milioni dell’ultimo periodo. «La sostituzione di Caio con uno yes-man sostenuto dal governo sarebbe una notizia negativa», hanno detto ieri da Fidentiis, «e potrebbe rallentare la dismissione del 30% restante del capitale rimasto in mano al Tesoro».

Anche per Banca Imi «il potenziale cambio del top management potrebbe ritardare l’esecuzione della ristrutturazione del business del recapito» e potrebbe quindi essere «vista in modo negativo dal mercato dal momento che l’attuale amministratore delegato è molto apprezzato». Posizione condivisa da Equita Sim (che consiglia di comprare con un prezzo obiettivo a 8,6 euro) secondo cui «la mancata riconferma dell’attuale amministratore delegato sarebbe una notizia negativa per il titolo visto il track record dimostrato nella ristrutturazione del gruppo» e «la capacità di aver saputo identificare e attuare opzioni di crescita in altri business, come ad esempio i pagamenti digitali, l’asset management e la logistica». Oggi intanto saranno resi noti i conti 2016 del gruppo postale e Goldman Sachs ha alzato il prezzo obiettivo su Poste da 7 a 7,2 euro, confermando la raccomandazione neutral dopo aver aggiornato le stime.

Per quanto riguarda l’ultimo trimestre 2016 gli analisti hanno messo in conto una frenata del risultato netto, dovuta in particolare ai costi del piano di prepensionamento volontario che alcuni stimano in 400-450 milioni. Il risultato netto dovrebbe essere quindi di circa 596 milioni rispetto ai 552 milioni di dicembre 2015. Ma al di là dell’ultima riga di bilancio il mercato stima un incremento del risultato operativo netto, dagli 880 milioni di fine 2015 a 957 milioni e c’è pure chi ha messo l’asticella più in alto, a 966 milioni (sono le attese di Mediobanca Securities). Così come il fatturato, atteso in aumento dai 30,74 miliardi di fine 2015 a 32,8 miliardi. (riproduzione riservata)
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