Le donne prendono meno multe e fanno (quasi) meno incidenti
Pagina a cura di Enrico Sbandi

Alla guida sono più attente e meno coinvolte in incidenti, più rispettose del codice stradale, prediligono automobili confortevoli e semplici da usare, con carrozzeria station wagon e preferibilmente di colore bianco, con sensori di parcheggio e telecamera posteriore fra gli optional: le donne driver, messe di fronte alle scelte e ai comportamenti in materia di auto aziendali, danno parecchi punti ai colleghi uomini.

Determinate, efficaci e impegnate, anche attraverso la scelta della vettura aziendale, a far quadrare tempi e i molteplici impegni che pesano sulle loro spalle, le donne che guidano auto aziendali sono state scandagliate da una specifica ricerca realizzata dal Corporate Vehicle Observatory di Arval Italia in collaborazione con Econometrica, presentata a Milano il 15 marzo scorso nell’ambito del corso di Fleet Manager Academy, dedicato agli acquirenti e gestori di flotte aziendali.

Il titolo della ricerca ne contiene le motivazioni: «Donne e auto aziendali: un’opportunità per i Fleet Manager per rendere più efficiente la gestione della flotta». Sondare le analogie comportamentali e di scelta dei due sessi, a fronte dell’attuale rapporto di 24 donne su 100 driver, è importante ai fini della corrette scelte in materia di mobilità aziendale.

La ricerca è stata sviluppata attraverso interviste a un campione di 200 fleet manager, con dimensione media della flotta gestita pari a 131,2 veicoli.

I risultati abbattono numerosi stereotipi ed evidenziano che la differenza di genere quando si tratta di scegliere e guidare una vettura aziendale non è preponderante. Per il 68% degli intervistati, ad esempio, le donne assegnatarie di auto aziendali non scelgono modelli differenti rispetto ai colleghi uomini: piuttosto puntano le loro preferenze sulle dotazioni, facendo particolare attenzione alla sicurezza, privilegiando i dispositivi di assistenza alla guida, tra i quali i sensori di parcheggio rivestono il ruolo principale (a loro è attribuito un valore pari a 77 su una scala da 1 a 100), seguiti dalla telecamera posteriore (67.5) e dai sistemi di frenata automatica (64.2). Le scelte dei modelli comunque privilegiano station wagon, compatte e suv, nell’ordine, segnate da caratteristiche quali il comfort (indicata dal 31% degli intervistati) e la semplicità di utilizzo (28%), anteposte al fatto che si tratti di ultimi modelli (25%), spaziosi (20%) e prestazioni (11%). Sorprende la risposta sulle scelte di colore: il 79% delle donne non esprime preferenze particolari e, quando queste sono espresse, a prevalere sono tinte quali il bianco (69,5%), il nero (63%) e il grigio (61,7%), rispetto a tinte più marcate e vivaci.

Il capitolo in cui i luoghi comuni vengono, più che sfatati, addirittura sovvertiti è quello dell’atteggiamento alla guida: al volante dell’auto aziendale le donne fanno gli stessi incidenti degli uomini (secondo le risposte del 59% dei fleet manager) o anche meno (35%). E, per il 47% dei rispondenti, prendono meno multe dei colleghi di sesso maschile (il 45% invece considera uguale il numero di sanzioni per infrazioni).

Svariati i campi in cui i comportamenti di uomini e donne sono sostanzialmente assimilabili, confortati da percentuali di risposte superiori all’80%: vale per la propensione all’utilizzo di alimentazioni ecologiche quali gpl, metano, ibrido o elettrico, per la propensione all’impiego di servizi di mobilità condivisa, all’installazione delle black box per monitorare spostamenti e comportamenti alla guida e, infine, per l’utilizzo di app dedicate ai driver. (riproduzione riservata)
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