Di Maria Elisa Scipioni.

Partendo dalla porzione più importante, non fosse altro per via del fatto che è in una sua parte obbligatoria per tutti i medici, riprendiamo il nostro percorso all’interno della professione medica, analizzata dal punto di vista previdenziale. Come già specificato in precedenza, l’attività di libera professione riconducibile all’ordine dei medici e odontoiatri è gestita da un unico Ente Nazionale di Previdenza e Assistenza dei Medici (ENPAM). Presso l’ENPAM esistono 5 tipologie di gestione per le varie categorie professionali.  La gestione comune a tutti quanti gli iscritti all’ordine è il Fondo Generale, che fa riferimento specifico alla “Quota A” di contribuzione obbligatoria per tutti e conserva una modalità di gestione a ripartizione. Di questa ci occuperemo e così anche delle eventuali attività specifiche di libera professione destinate a tutti i medici e gli odontoiatri che prestano la loro attività in regime di libera professione pura, eventualmente anche intra ed extra moenia. Questa seconda quota, denominata “Quota B”, si aggiunge in alcuni casi come specificato alla precedente “Quota A”.

Fino al 31.12.2012 le due gestioni del Fondo Generale presentavano molti caratteri comuni, ma a seguito della Riforma in vigore dal 1° gennaio 2013, hanno iniziato a differenziarsi. Infatti, l’Enpam, così come le altre Casse dei liberi professionisti, ha messo in atto una serie di elementi correttivi volti a garantire la sostenibilità dei conti a cinquanta anni, richiesta dalla “Riforma Monti-Fornero”, che hanno portato le due gestioni a divergere sotto molti aspetti.

Vediamo di seguito le caratteristiche e le misure introdotte dall’una e dall’altra gestione.

Fondo Generale “Quota A”

Gli iscritti agli Albi sono tenuti all’iscrizione e al pagamento dei relativi contributi all’Enpam. I contributi da versare alla Gestione Generale “Quota A” sono dovuti obbligatoriamente e sono determinati annualmente dall’Ente in cifra fissa.

L’età anagrafica richiesta per la pensione di vecchiaia ha subito un aumento progressivo di sei mesi ogni anno, fino a raggiungere a regime nel 2018 i 68 anni. Per la “Quota A” continua a non essere prevista la pensione anticipata; tuttavia, è possibile andare in pensione con 65 anni di età e 20 anni di contribuzione purché si accetti il ricalcolo contributivo dell’intera posizione.

Inoltre, la “Quota A” è passata al sistema di calcolo contributivo come definito dalla L. 335/1995, applicato alle annualità di contribuzione versate dal 1° gennaio 2013 in poi.

Fondo Generale “Quota B”

Sono iscritti alla “Quota B” del Fondo Generale Enpam, tutti i medici che esercitano la libera professione pura, anche intra ed extra-moenia.

I contributi dovuti alla Gestione Generale “Quota B” dell’Enpam sono versati in proporzione al reddito netto dichiarato nell’anno precedente, con esclusione delle voci connesse ad altra forma di previdenza obbligatoria. A partire dal 1° gennaio 2015, il contributo è aumentato annualmente dell’1% fino ad arrivare al 19,50% nel 2021. Inoltre, da tale data il tetto di reddito entro il quale si pagano i contributi ordinari è agganciato al massimale stabilito dalla legge per l’INPS.

Per la “Quota B” resta possibile andare in pensione anticipata, ma è stata introdotta l’elevazione dell’età minima che aumenterà fino a 62 anni (dal 2018). Chi sceglierà il pensionamento anticipato avrà una riduzione rispetto alla pensione ordinaria perché percepirà l’assegno per un numero maggiore di anni. Nello specifico i requisiti in vigore, gli stessi per i Fondi Speciali, per il 2017 sono: 30 anni di anzianità di laurea, 61 anni e 6 mesi di età e 35 anni di contribuzione (maturati presso la gestione oppure raggiunti con il cumulo dell’anzianità contributiva maturata presso uno dei Fondi Speciali), ovvero 42 anni di contribuzione e 30 anni di anzianità di laurea, con qualunque età.

Contributi più elevati e in pensione un po’ più tardi sono gli ingredienti della Riforma targata Enpam in vigore dal 1° gennaio 2013 a garanzia della sostenibilità economica e finanziaria dei conti.

Ricapitolando, tutti i medici iscritti agli Albi sono tenuti alla contribuzione al Fondo Generale “Quota A” dell’Ente e chi esercita la libera professione pura è obbligato all’iscrizione alla “Quota B”. In linea generale, va detto che la prestazione erogata dalla “Quota A” ha un carattere più assistenziale con una funzione di basso profilo per la categoria dei medici e la loro copertura previdenziale.

Per chi esercita la libera professione, la pensione sarà quindi formata dalla somme di due quote, appunto “Quota A” e “Quota B”. La prima calcolata con il sistema retributivo/reddituale (il c.d. contributivo indiretto Enpam) per i contributi dovuti fino al 31.12.2012 e con il sistema contributivo per le annualità versate successivamente a tale data. La “Quota B”, invece, conserva il più premiante sistema retributivo per tutte le annualità.