Sono 1.100 i Paperoni che hanno già manifestato interesse per trasferire la propria residenza in Italia. «Si è passati, ci informa l’amministrazione finanziaria», anticipa Maurizio Bernardo, presidente della commissione finanze della Camera, a margine del convegno di ieri a Milano su «Milano, capitale europea della finanza», «da 40 richieste alle 1.100 di oggi». È l’effetto della norma sulla tassazione forfettaria agevolata per i redditi di fonte estera di persone ad alta capacità contributiva (resnondom). Norma che, all’indomani della sua presentazione, ha riconosciuto il viceministro Casero, «ha ingenerato dei malumori perché l’abbiamo comunicata male non è una flat tax e i redditi prodotti in Italia saranno tassati secondo le regole italiane». Una norma, concorda Bernardo «che ha generato fraintendimenti ma che ha un potenziale per il ritorno in Italia già di 1.100 persone e già oggi è attuativa». Il presidente della commissione finanze, promotore della consulta degli esperti, una squadra di 130 membri qualificati del mondo delle professioni, industria e finanza milanesi, ha annunciato la presentazione nei prossimi giorni di un progetto di legge con soluzioni concrete per gli investitori stranieri che vogliano vedere Milano distretto finanziario. «L’idea», spiega Bernardo, «fa seguito alla risoluzione approvata in commissione finanze della camera della creazione di un distretto finanziario per Milano pensando ad alcune agevolazioni di carattere fiscale, amministrativo e urbanistico». Una legge speciale per Milano che, secondo quanto lascia intendere il numero uno della commissione finanze della Camera, potrebbe arrivare addirittura con un decreto legge nelle prossime settimane. Quale che sia il veicolo normativo per darne attuazione, Bernardo anticipa quelli che saranno i contenuti per una Milano distretto finanziario in grado di fare sistema e vincere la partita con gli altri centri finanziari europei del dopo Brexit: «Penso a delle misure che prevedano un “Irap agevolata dal 3,9 all’1,8% per chi si insedia e poi agevolazioni dal punto di vista del costo del lavoro: esenzioni per i nuovi occupati a fronte di un impegno per l’impresa, ad esempio di cinque anni che mantengano l’insediamento in Italia”», anticipa Bernardo che aggiunge, «ci dovranno essere anche delle semplificazioni amministrative prevedendo dei percorsi agevolati e accelerati anche rispetto la tassazione locale».

Per Giuseppe Vegas , presidente della Commissione nazionale per la società e la borsa (Consob), «cercare di attirare imprese che escono dalla City di Londra è una cosa possibile ma non possiamo pensare di attirarle tutte, in qualche modo ci sarà una distribuzione europea. Noi stiamo competendo oggi come oggi con Francoforte, Parigi, Dublino e Madrid in seconda fila». Milano come città in sé è molto attrattiva ma», ha evidenziato Vegas, «ha un problema tecnico che sta in Italia. E stare in Italia ha effetti negativi che però in qualche modo si possono correggere. I tre punti principali su cui lavorare sono giustizia, pubblica amministrazione e tassazione».

Durante l’incontro sono stati presentati i risultati di un sondaggio realizzato da Swg per cui il 75% dei milanesi auspica l’insediamento dell’Agenzia europea per i medicinali (Ema) nel capoluogo meneghino considerandola adatta a ospitare le agenzie dell’Unione europea, comprese tutte le istituzioni che lasceranno Londra con la Brexit.
Fonte: