Philippe Donnet, il group ceo di Generali, guida la classifica dei compensi corrisposti dalla compagnia di Trieste nel 2016 con un totale che si avvicina ai 3 milioni di euro, davanti all’ex-dg Alberto Minali con 1,9 milioni e al presidente Gabriele Galateri con poco più di 1 milione.

I dati emergono dalla Relazione sulla Remunerazione pubblicata da Generali in vista dell’assemblea degli azionisti di fine aprile.

Nel dettaglio, gli emolumenti fissi di Donnet sono stati pari a 1,13 milioni di euro a cui si sono aggiunti un bonus di 1,69 milioni e altri benefici non monetari per 130mila euro, per un totale di 2,958 milioni. A Donnet sono stati poi assegnati compensi equity che hanno un fair value di 1,4 milioni di euro, relativi alle “azioni attribuibili ad aprile 2017 e potenzialmente attribuibili in futuro nell’ambito dei piani di incentivazione di lungo termine subordinatamente al raggiungimento degli obiettivi” e alle condizioni previste dai piani.

A Minali sono andati invece quali dg emolumenti fissi per 821mila euro, più un bonus da 1 milione e benefici non monetari per 101mila euro, per un totale dunque di 1,92 milioni di euro. Tali emolumenti non includono i compensi fissi per la carica di cfo che non vengono specificati. A Minali sono anche andati 4,77 milioni di euro quale indennità di fine rapporto.

Il presidente Galateri ha ottenuto lo scorso anno emolumenti fissi per complessivi 970 mila euro, gettoni di presenza per 84mila e benefici non monetari per poco più  di 9mila euro, per un totale di 1,06 milioni.

L’ex-group ceo Mario Greco per il periodo tra il primo gennaio e il 9 febbraio 2016 quando ha lasciato Generali per approdare a Zurich Insurance, ha ricevuto 172.600 euro, che comprendono emolumenti fissi per 141mila euro, 120mila dei quali per la carica di ceo e 21.600 quale direttore generale. Greco ha poi avuto benefici non monetari per 31.800 euro.

In coerenza con le Politiche Retributive di Gruppo, a Greco non è stato erogato alcun trattamento di severance e sono decaduti i diritti relativi ai piani di incentivazione di lungo termine il cui ciclo di performance non è giunto a conclusione alla cessazione del rapporto.

Tra i componenti del cda, i compensi più alti sono stati corrisposti ad Alberta Figari (273mila euro) e Paola Sapienza (268mila euro), di riflesso anche alla loro presenza in vari comitati di governance. A Clemente Rebecchini sono stati corrisposti 264mila euro, a Francesco Gaetano Caltagirone 239mila euro, ad Ornella Barra 200mila euro e a Lorenzo Pellicioli 199mila.