di Paola Valentini
A febbraio FinecoBank ha registrato una raccolta netta di 458 milioni, in calo dell’11% rispetto allo stesso mese del 2016, ma con un continuo miglioramento nell’asset mix rispetto all’anno precedente per il maggior peso della componente gestita. La raccolta netta da inizio anno è stata di 723 milioni (-29%), di cui 445 milioni di raccolta gestita con un aumento di 693 milioni rispetto ai primi due mesi del 2016, 579 milioni di raccolta amministrata, mentre la raccolta diretta è in rosso per 301 milioni.

I flussi ottenuti tramite la rete di consulenti finanziari sono stati pari a 676 milioni, in calo del 21% rispetto allo stesso periodo del 2016. Da inizio anno sono stati acquisiti 21.431 nuovi clienti (di cui 9.592 nel solo febbraio). A fine febbraio il numero di clienti è salito a 1.134.000, in crescita del 6% rispetto a febbraio 2016. Il patrimonio totale è salito a 61,085 miliardi (rispettivamente +1,5% e +13,5% rispetto a dicembre e febbraio 2016).

“I dati di raccolta confermano ancora una volta la sostenibilità nel lungo termine di un modello di business basato su crescita organica e una relazione con la clientela all’insegna di trasparenza e fair pricing. Febbraio registra inoltre un’ulteriore accelerazione del trend di nuovi flussi verso le soluzioni di consulenza evoluta, in linea con il focus della banca verso la qualità del mix di raccolta. Dati che sottolineano la capacità della rete di consulenti finanziari di seguire al meglio e con maggiore efficienza la clientela nella gestione dei propri risparmi, sfruttando gli strumenti messi a disposizione nell’ambito del nostro modello di cyborg advisory”, ha commentato Alessandro Foti, direttore generale e amministratore delegato di FinecoBank .

Le ultime mosse del gruppo indicano confermano proprio che l’obiettivo è sviluppare sempre più il business della gestione del risparmio e del lending per diversificare la tradizionale attività di intermediazione. Come evidenziano gli analisti di Equita. “Secondo noi le iniziative del management sul fronte della produttività della rete, dello sviluppo del lending e del processo di wrapping dei prodotti migliorano la visibilità sulla crescita degli utili”, ha osservato al sim.

In particolare Equita stima che il nuovo servizio di lombard lending possa incrementare del 2% l’utile 2019, mentre la creazione di una divisione advisory in Lussemburgo di un ulteriore 7%, con un impatto complessivo del 9%. “Ciò va a rafforzare un business model già molto competitivo, che è nella migliore condizione per vincere le sfide poste dal Qe (rendimenti futuri inferiori alla media storica) e dal fatto che ci troviamo in un bull market maturo”, sottolineano gli analisti di Equita.

Infatti FinecoBank “grazie alla miglior piattaforma online ottiene solo il 20-25% della raccolta dal reclutamento e paga i depositi solo 3 punti vase, inoltre ha ricavi molto più resilienti grazie al’assenza di performance fees, al contributo del margine di interesse e al carattere anticiclico dei del brokerage”. Gli esperti poi ricordano che “avendo un costo nullo della raccolta e 12 miliardi investiti in bond Unicredit a tasso variabile, Fineco trae beneficio da una curva dei tassi più ripida e soprattutto da un aumento parallelo della curva dei tassi: la società stima che 100 punti base di rialzo dei tassi a breve aumentino gli utili ben del 25%, più di qualsiasi altra banca o assicurazione”.

Il titolo tratta a 16 volte gli utili 2018 e ha uno yield del 4,9%. “Fineco rimane un core holding del nostro portafoglio”, concludono gli analisti di Equita che sul titolo hanno confermato il rating buy e il target price a 6,3 euro. A Piazza Affari al momento l’azione scambia con un marginale ribasso dello 0,09% a 5,72 euro.
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