di Luca Gualtieri
Un occhio al passato e uno al futuro ieri per gli amministratori di Banca Carige . Il board dell’istituto genovese ha discusso infatti le due questioni più calde del momento: lo scontro con Apollo sulle ex compagnie assicurative e i tempi dell’aumento di capitale da 450 milioni. Entro la fine della settimana è attesa la decisione del Tribunale di Genova sulla richiesta d’urgenza presentata da Apollo per chiedere l’inibizione dei diritti di voto sul 17% detenuto da Malacalza Investimenti e, in subordine, la sterilizzazione delle posizioni superiori al 10,5%. Ecco i fatti.

Martedì 28 marzo è in programma l’assemblea degli azionisti di Carige chiamata ad approvare il bilancio 2016, ma anche a votare l’azione di responsabilità verso gli ex vertici, Cesare Castelbarco Albani e Piero Montani, e verso l’ex presidente Giovanni Berneschi. Ieri mattina si è tenuta l’udienza sulla richiesta ex articolo 700 del codice di procedura civile presentata da Apollo, fondo che ha anche un contenzioso in corso con Banca Carige sugli accordi commerciali relativi alle ex compagnie assicurative dell’istituto ligure.

Secondo l’asset manager americano Malacalza Investimenti avrebbe ottenuto l’autorizzazione da Bce solo per il primo 10,5% acquistato da Fondazione Carige nei primi mesi del 2015, ma non avrebbe chiesto il via libera per le ulteriori quote acquistate nei mesi successivi: questo ulteriore rafforzamento, secondo i legali di Apollo, sarebbe stato invece decisivo per permettere alla famiglia Malacalza il controllo di fatto sull’istituto. I legali della Malcalza Investimenti, oltre a quelli della banca e della fondazione, hanno invece replicato che l’esame dell’azione di Apollo non sarebbe compatibile con un provvedimento di urgenza come quello presentato e, in secondo luogo, che risulta difficile stabilire a quale quota azionaria sia ascrivibile il concetto di controllo di fatto nell’attuale assetto di Carige .

Nel corso della riunione di ieri i consiglieri dell’istituto hanno dedicato attenzione al tema, confermando comunque la linea tenuta sinora dalla banca. «L’atto di Apollo si qualifica da sé. La banca e gli amministratori sono sereni e fermi nella loro linea», ha commentato una fonte alla fine del lungo vertice. Nel corso della riunione i consiglieri si sarebbero concentrati anche sul piano industriale e, in particolare, sull’aumento di capitale da 450 milioni. L’operazione inizialmente prevista per l’autunno potrebbe essere anticipata alla finestra di giugno-luglio se i tempi autorizzativi lo consentiranno. Tanto più che, a valle del piano industriale, la banca sarebbe già finita sotto la lente di alcuni investitori internazionali che avrebbero manifestato l’intenzione di partecipare alla ricapitalizzazione. Proprio per questo motivo il consorzio di garanzia potrebbe essere definito entro i prossimi 15 giorni.

Anche se la prossima riunione del board è fissata per il 28 aprile, è possibile che un vertice intermedio si tenga entro il 9 aprile proprio per fare il punto su piano e aumento. Nel consorzio dovrebbero figurare sia istituti internazionali che italiani tra cui Banca Imi (Intesa Sanpaolo ), ma non è escluso che il ruolo di global coordinator sia affidato a una banca estera. Intanto Bce ha trasmesso a Carige la lettera finale relativa all’ispezione avvenuta tra marzo e luglio 2016, rilevando alcune carenze relative ai processi di gestione del credito (monitoraggio, politiche di pricing, struttura organizzativa) a fronte del quale Carige è tenuta a fornire risposta entro il 5 aprile. Va peraltro ricordato che la banca ha incantiere un’ampia operazione sui crediti deteriorati. Il piano prevede infatti che l’istituto gestisca nel tempo gli stock confortata dal trend positivo dei recuperi.

La modalità tecnica individuata è quella della scissione proporzionale: in sostanza gli attuali azionisti di Carige si ritroveranno soci di un veicolo ex articolo 106 in cui saranno conferite sofferenze per un valore nominale di 2,4 miliardi. Il veicolo agirà come un vero e proprio asset manager, con la possibilità di coinvolgere in un secondo momento anche investitori istituzionali. L’operazione ha attirato l’attenzione della Consob che ha chiesto approfondimenti sulle modalità dell’aumento, sulla creazione del veicolo per dismettere le sofferenze e sulle azioni di responsabilità nei confronti del precedente management. (riproduzione riservata)
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