di Anna Messia
Gli agenti chiedono agli azionisti di Generali di mettere capitale fresco a servizio della crescita del gruppo, per rafforzare la compagnia ed evitare così nuove aggressioni. Gli agenti sono stati tra i più strenui oppositori dell’avanzata di Intesa Sanpaolo su Generali , e il 24 febbraio scorso hanno brindato quando l’istituto bancario ha fatto sapere di non aver trovato le condizioni per mettere a punto un’offerta sull’assicurazione. Soddisfazione che hanno ribadito ieri a Monaco, dove si è riunito il coordinamento europeo degli agenti di assicurazione che rappresenta gli agenti Generali che operano in Italia, Francia e Germania. Tre Paesi che messi insieme rappresentano circa il 70% del fatturato del gruppo nel mondo e nei quali operano più di 20 mila professionisti. In una lettera inviata ai vertici di Generali il coordinamento europeo, ribadendo il ruolo fondamentale nel gruppo degli agenti, ha ricordato la pronta e ferma opposizione all’acquisto della compagnia da parte della banca che, secondo loro, avrebbe potuto snaturare il modello industriale di Generali e metterne a rischio l’indipendenza. Ma le osservazioni sono andate ben oltre il soddisfacimento di essere scampati ad un’azione offensiva di Ca’ de Sass.
Nella stessa lettera indirizzata al management gli agenti sono infatti arrivati a chiedere agli azionisti un aumento di capitale utile a incrementare le risorse a disposizione del gruppo per realizzare nuovi investimenti e quindi rafforzarsi davanti a nuove eventuali mire di altri possibili pretendenti. «Abbiamo apprezzato il risultato raggiunto nell’operazione Intesa , grazie anche alle capacità manageriali», dice a MF-MilanoFinanza, il presidente degli agenti Generali , Vincenzo Cirasola, «ma allo stesso tempo non nascondiamo di essere preoccupati per l’attuale capitalizzazione di mercato di Generali che potrebbe correre il rischio di nuove aggressioni. Per questo motivo», aggiunge, «pensiamo che tutti gli stakeholder, agenti e particolarmente gli azionisti, dovrebbero ragionare anche su come rafforzare per il futuro la compagnia».
Del resto è dal 1999, quando le Generali decisero di comprare Ina, che i soci non ricapitalizzano la compagnia e i piani della società prevedono anzi, come confermato più volte dal group ceo, Philippe Donnet, di pagare oltre 5 miliardi di euro di cedole dal 2015 al 2018. Per trovare risorse utili per crescere nei settori e nei mercati più promettenti il management ha già deciso di dismettere asset nel mondo poco redditizi o non più strategici. Manovre che dovrebbero fruttare 1 miliardo di euro che saranno poi prontamente reinvestiti per aumentare la profittabilità della compagnia. Ma si tratta di strategie che per essere attuate hanno bisogno ovviamente di tempo. Mentre le mire di Intesa hanno dimostrato che Generali , alla luce anche della quotazione in borsa, è oggi un boccone decisamente appetibile. Anche se Axa , Zurich e Allianz hanno ribadito di recente di non essere interessate, resta il rischio che nuovi pretendenti possano farsi avanti.
«Un aumento di capitale potrebbe consentire a Generali di crescere e fare la prima mossa», conclude Cirasola, «per diventare più grande e più forte e mantenere intatta l’indipendenza dell’unica compagnia assicurativa italiana che è un player multinazionale». Posizione condivisa dai colleghi di Francia e Germania. E ora, per rafforzare ancora la voce degli agenti all’interno del gruppo assicurativo, si sta lavorando per coinvolgere nel coordinamento anche i colleghi di Spagna ed Europa dell’Est, che sono numerosi ma che non hanno ancora delle forme di rappresentanza. (riproduzione riservata)
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