di Massimo Galli

Utile netto in crescita del 21,6% su base annua a 2,03 miliardi di euro per Generali nel 2015. Il risultato operativo è salito del 6,1% a 4,785 miliardi, sospinto dalla performance del ramo Vita. Il roe operativo si è attestato al 14%, in crescita rispetto al 13,2% dell’esercizio precedente e oltre il target di piano, indicato genericamente oltre il 13%.

I premi complessivi sono saliti del 4,6% a 74,165 miliardi, con la raccolta Vita migliorata del 6,2% a 53,297 miliardi e il ramo Danni cresciuto dello 0,8% a 20,8 miliardi.

Il combined ratio è migliorato al 93,1%. Il patrimonio netto è cresciuto dell’1,5% a 23,6 miliardi, il Solvency 1 era pari al 164% (156% nel 2014) e l’Economic Solvency Ratio è passato al 202% dal 186%. Il net free cash flow è aumentato del 30% a 1,6 miliardi (1,2 mld). È prevista la distribuzione di un dividendo unitario di 0,72 euro ad azione, in crescita del 20% rispetto all’esercizio 2014.

In borsa il titolo del Leone è sceso dell’1,66% a 13,65 euro. I commenti degli analisti sul bilancio 2015 non sono stati molto favorevoli. A detta degli esperti di Banca Akros, i numeri sono peggiori delle attese: più bassi sia il risultato operativo sia l’utile. Risulta positivo, comunque, per il titolo nel medio termine la conferma dei target del piano, della politica di dividendi e della solida posizione di capitale. Equita (hold e prezzo obiettivo di 19 euro confermati) segnala che i dati sono inferiori alle attese a causa dei maggiori costi registrati a livello di holding e di un minore contributo della finanza non operativa. Anche per Barclays i risultati sono deboli, con cifre a livello operativo inferiori alle stime: rating equalweight confermato e target price a 17 euro.

«È un grande onore per me accettare questa grande responsabilità e ringrazio il cda della fiducia che mi ha accordato»: così il nuovo a.d. Philippe Donnet si è presentato all’indomani della nomina. Inizia un percorso che avrà al centro l’interesse di tutti gli stakeholder. Ringrazio anche il management team per l’ottimo lavoro svolto in questi anni: oggi le Generali sono più forti e sono felice di guidare il gruppo di manager che ha consentito questa transizione. Il percorso che abbiamo davanti è stato tracciato dal cda con la strategia annunciata lo scorso anno e starà a noi svilupparla e implementarla». A proposito della sua presenza nel board di Vivendi, il gruppo francese di Vincent Bolloré, Donnet ha detto di non essersi ancora occupato di questo tema. Bolloré è tra i principali azionisti di Mediobanca che, con circa il 13% è, a sua volta, primo socio di Generali. L’a.d. ha poi confermato la politica di remunerazione degli azionisti prevista dal piano strategico presentato nel maggio scorso.

Gli ha fatto eco il neo direttore generale Alberto Minali: gli obiettivi del piano strategico «sono molto ambiziosi, ma restano validi: siamo pienamente convinti di eseguire il piano e implementare questa strategia». A proposito di un eventuale intervento per salvare Banca Mps, Minali ha tagliato corto: « Non ci è mai stata proposta nessuna iniziativa sul Montepaschi, non rientra nel piano strategico del gruppo aiutare banche. Noi guardiamo alle banche come a delle reti distributive di prodotti assicurativi, questa è la nostra visione del sistema bancario italiano ed europeo».

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