Come si può rilevare dai dati registrati durante l’ultimo trimestre del 2015 e per tutto gennaio 2016, mese in cui le temperature hanno battuto ogni record, qualche contratto derivato sul tempo meteorologico ha subito gli effetti collaterali delle temperature insolitamente miti di questo inverno.

Le compagnie di riassicurazione che investono in “climate deal” non sono solo quelle che vantano un competente weather risk management e unità che si occupano di derivati meteorologici ma anche quelle che operano con le insurance-linked securities (ILS). Esse hanno subito gli effetti avversi del cambiamento climatico, che negli ultimi anni ha causato un innalzamento delle temperature a livello globale e, in molte regioni d’Europa e degli Stati Uniti, un inverno 2015/2016 molto più caldo rispetto agli ultimi, caratterizzati in genere da ondate di freddo (in particolare negli USA).

Di solito le compagnie che si occupano di rifornimento di energia e di elettricità acquistano coperture assicurative meteo per proteggersi dall’instabilità meteorologica – una situazione che comporta condizioni climatiche inaspettate o temperature più calde o più fredde di quelle previste. Durante il caldo inverno 2015/2016 alcune di queste compagnie hanno potuto richiedere un risarcimento grazie proprio alle loro assicurazioni (perlopiù contratti derivati) contro i danni causati da eventi climatici.

Star Gas Partners L.P., società che offre servizi di riscaldamento e di aria condizionata, nell’ultimo trimestre del 2015 ha registrato 12.5 milioni di dollari di attivi proprio grazie alla sua copertura meteo. Nel caso di Star Gas Partners, si è trattato di una copertura contro i danni causati da un inverno più caldo che ha comportato, di conseguenza, un calo della domanda relativa ai servizi di riscaldamento. La società probabilmente vorrà tutelarsi preventivamente anche in vista dell’estate, poiché se si verificasse una stagione più fredda del previsto, diminuirebbe anche la richiesta di aria condizionata da parte dei suoi clienti.

Il capitale di rischio che finanzia questo tipo di copertura assicurativa che utilizza i derivati meteorologici spesso proviene da alcune delle principali compagnie di riassicurazione del mondo o da manager di fondi ILS (insurance-linked securities) che operano anche a livello di trasferimento dei rischi associati con il cambiamento climatico.

Anche altre imprese hanno subito le conseguenze di questo inverno più caldo in Europa. La compagnia ri/assicurativa specialty Endurance, infatti, nei risultati relativi all’ultimo trimestre del 2015 ha riportato 8 milioni di dollari di danni. Stima tutto sommato contenuta, in quanto gran parte delle coperture contro i danni causati da eventi meteorologici erano a loro volta riassicurate contro l’esposizione all’instabilità climatica.

AXIS Capital ha dichiarato di aver subito danni assicurativi per 15 milioni di dollari nell’ultimo trimestre del 2015. Secondo l’amministratore delegato della compagnia, Joe Henry, “sono frutto sia delle perdite realizzate che degli aggiustamenti mark-to-market effettuati sul portafoglio riassicurativo dei derivati meteorologici, la cui causa è da ricercare in un caldo fuoristagione in Europa”.

Riguardo la volatilità che l’attività di trasferimento del rischio climatico potrebbe comportare, l’amministratore delegato di AXIS, Albert Benchimol, ha commentato: “Crediamo che il cambiamento climatico verrà considerato sempre più un rischio concreto dalle aziende, dai governi e da altre persone giuridiche. In futuro andrà a costituire un’importante linea di business, e nel frattempo ci stiamo guadagnando una posizione di esclusività in quel segmento.”

Secondo i dati a livello globale provenienti dalla NASA, nonostante un periodo iniziale più freddo, anche le temperature di gennaio 2016 si sono rivelate superiori alla media, perciò sarà interessante vedere se alla fine di questo trimestre verranno pubblicati ulteriori report relativi ai danni subiti a livello dei portafogli di derivati meteorologici.

L’attività di weather risk management rimane un’opportunità per il settore delle insurance-linked securities, in quanto i suoi trigger parametrici (basati sugli indici climatici) spesso sono fattori complementari per determinare il punto massimo dei catastrophe risk. Molte compagnie sono particolarmente attive in questa linea di business, nella fornitura sia di coperture contro i danni causati da eventi climatici, sia di più complesse soluzioni riassicurative “collateralizzate”.

Dovrebbe aumentare il trend degli acquisti delle protezioni assicurative contro i rischi causati da eventi climatici, che siano sotto forma di assicurazione o di derivati. Le compagnie che avranno le competenze necessarie per aiutare le grandi corporazioni a gestire meglio la propria esposizione al cambiamento climatico, e la conseguente volatilità, potrebbero guadagnarsi una posizione molto forte, che permetterà loro di capitalizzare in futuro.

Fonte: Artemis