La ricerca è ancora aperta, ma è fuor di dubbio che il futuro amministratore delegato delle Generali dovrà «orientare la sua azione verso tutti gli stakeholder e particolarmente le reti distributive, dove gli agenti ricoprono certamente un ruolo fondamentale». Con questa lettera il presidente del Leone di Trieste, Gabriele Galateri, che dopo l’uscita di Mario Greco ha assunto ad interim i suoi poteri, ha tranquillizzato le reti degli agenti della compagnia ribadendone la centralità in futuro, nonostante l’imminente riassetto al vertice.

Il 18 febbraio erano stati gli agenti di tutto il gruppo, per la prima volta tramite una rappresentanza europea, a scrivere a Galateri preoccupati per «il cambio al vertice nel gruppo, e in particolare per l’eco mediatico che arriva ai nostri clienti nei vari paesi». Il coordinamento aveva chiesto garanzie che «il group ceo prossimamente nominato abbia conoscenza e consapevolezza del valore indispensabile e insostituibile della rete di agenzie». Galateri ha assicurato che, anche con il nuovo assetto di vertice, «i country manager della compagnia continueranno ad avere, con le rappresentanze degli agenti, il dialogo costruttivo che ci ha permesso di costruire il grande gruppo che ho l’onore di presiedere».

Per quanto riguarda la designazione del nuovo capoazienda, si è aperta nei giorni scorsi la ricerca da parte dell’head hunter, Russell Reynolds, che avrebbe contattato i manager sul mercato, ma l’ipotesi di una soluzione interna resta quella più probabile: risultano favoriti l’a.d. di Generali Italia, Philippe Donnet e il responsabile finanziario del gruppo, Alberto Minali. La scelta è attesa nel cda convocato per il 17 marzo, ma c’è ipotizza che la nomina possa arrivare direttamente in occasione della presentazione delle liste per il rinnovo dell’intero board, presidente compreso, arrivati a scadenza. La pubblicazione delle liste è prevista per il 31 marzo.

Intanto Francesco Gaetano Caltagirone ha rafforzato la sua posizione in Generali, acquistando un pacchetto di azioni per un controvalore di 9,12 milioni di euro. Caltagirone è il terzo azionista con una quota del 2,49%.

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