di Silvana Saturno

Oltre 4.700 controlli, 947 reati penali e violazioni amministrative contestati, 1.185 persone denunciate e 229 beni sequestrati, per un valore di quasi 24 milioni di euro. Ma anche 774 reati contravvenzionali, che non hanno comportato danno o pericolo di danno alle risorse ambientali, gestiti con il nuovo meccanismo di «estinzione del reato» tramite «prescrizioni» (art. 318 ter Codice ambientale), ovvero indicazioni asseverate da esperti e impartite dagli organi di vigilanza al «fuorilegge» per la messa in regola entro un termine assegnato. Sono i primi numeri sull’applicazione della legge n. 68/15 sui delitti contro l’ambiente, in vigore dallo scorso 29 maggio, nei suoi primi otto mesi di operatività (bilancio fino al 31 gennaio 2016). A raccoglierli Legambiente, in un Dossier redatto col supporto di Corpo forestale dello Stato, Comando tutela dell’ambiente dell’Arma dei carabinieri, Guardia di Finanza e Capitanerie di porto, e diffuso ieri.

La legge 68/15, si ricorda, ha introdotto un Titolo ad hoc nel Codice penale con una serie di nuovi reati specifici contro l’ambiente, ha inasprito le conseguenze penali degli ecodelitti e la responsabilità amministrativa delle imprese, ha introdotto meccanismi tesi a far venir meno il reato in caso di positiva collaborazione del contravventore.

«Se fino a ieri forze dell’ordine e autorità giudiziaria avevano a disposizione armi spuntate», si legge nel Dossier, di Legambiente «oggi finalmente possono contare su delitti specifici da contestare, come l’inquinamento e il disastro ambientale, con limiti di pena adeguati che consentono l’utilizzo di tecniche investigative efficaci e termini di prescrizione raddoppiati». Fra i soggetti più colpiti dalla legge 68, le imprese di trattamento e gestione dei rifiuti, le imprese di costruzioni, le aziende vitivinicole, zootecniche e olearie.
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