L’aumento dei rischi all’esportazione a cui le imprese tedesche devono far
fronte, ostacola le performance di crescita. In ragione delle relazioni commerciali solide con i mercati emergenti, la Germania è fortemente esposta alle debolezze strutturali e cicliche che interessano queste economie. «Queste influenze esterne al momento hanno un impatto negativo, poiché la crescita delle esportazioni destinate ai mercati emergenti sta diminuendo ed è minore della domanda proveniente dalle economie avanzate», ha spiegato Mario Jung, Economista Coface per la regione Nord Europa.
Probabilmente, nel 2016, le esportazioni tedesche seguiranno lo stesso trend del 2015. La
crescita delle esportazioni verso le economie avanzate dovrebbe rimanere solida, mentre
quella delle vendite destinate ai mercati emergenti resterà debole. I rischi di conflitti politici, attentati terroristici e sfide strutturali in numerosi mercati emergenti, in particolare il rallentamento della crescita cinese, continueranno a pesare sulla domanda esterna di prodotti tedeschi. Questa pressione al ribasso sulla domanda esterna potrebbe ulteriormente accentuarsi.
A livello regionale, le aziende esportatrici tedesche sono più ottimiste sulle prospettive di
business verso le economie avanzate. Al contrario, quest’ultime prevedono un rallentamento in America Latina, Europa centrale e orientale, Russia, Turchia e Cina. A livello settoriale, alcuni dei settori chiave della Germania sono particolarmente vulnerabili ai rischi legati ai mercati emergenti. Coface identifica, tra i maggiormente a rischio, i settori dell’automotive, dell’ingegneria meccanica e di materiale elettrico. Anche l’industria chimica, tradizionalmente molto ciclica, è a rischio.
Complessivamente, circa il 29% delle esportazioni tedesche è destinata ai mercati emergenti.
Più di un quinto di queste esportazioni è spedita in Cina, l’equivalente del 6% delle consegne transfrontaliere totali della Germania. Ciò significa che la Germania, rispetto alla maggior parte dei paesi dell’Eurozona, è la più esposta ai rischi esterni legati ai mercati emergenti. In media, la quota di mercati emergenti nelle esportazioni della zona euro è di circa il 26%.
«Per le società esportatrici, il nuovo calo dei prezzi petroliferi globali è preoccupante, poiché indica un rallentamento della domanda totale a livello mondiale. Inoltre, le prospettive di crescita di numerosi mercati emergenti rimangono insoddisfacenti. In Cina, lo scenario di un «atterraggio morbido» dovrebbe avere un impatto negativo sulle imprese esportatrici tedesche», ha aggiunto Mario Jung.
La domanda interna, e in particolare i consumi delle famiglie è attualmente il principale motore di crescita malgrado una crescita lenta nella buona parte degli anni 2000. Al contrario, la bilancia commerciale, di importanza fondamentale per lo sviluppo economico della Germania non ha avuto un contribuito quasi nullo alla crescita nel 2015. Inoltre, quest’anno la bilancia commerciale dovrebbe penalizzare la crescita, a causa di un rallentamento delle esportazioni e dell’aumento delle importazioni. Tuttavia, grazie alla domanda interna solida, Coface prevede per quest’anno una crescita del PIL pari all’1,7%.