Le federazioni che compongono la Commissione agenti del Bipar, la federazione europea degli intermediari di assicurazione, hanno adottato da fine gennaio 2016, una carta sul digitale, un documento di una pagina firmato dai presidenti delle dieci organizzazioni dei nove paesi, che descrive il ruolo degli agenti nell’ambito delle reti distributive in piena trasformazione.

«Questo documento ha per obiettivo quello di ricordare alcuni principi di base: gli agenti non sono contrari al digitale ma questo deve restare uno strumento al servizio della relazione umana tra gli agenti e i loro cilienti e gli agenti e la loro mandante. Il digitale è un mezzo  per modernizzare le nostre agenzie ma non si deve tradurre in una riduzione delle provvigioni e del fatturato», ha precisato Patrick Evrard, presidente dell’Agéa, l’associazione che raggruppa i gruppi aziendali agenti in Francia.

Nel momento in cui le compagnie integrano il digitale nella loro struttura organizzativa, modernizzano le reti di vendita, inventano nuovi metodi distributivi che mettono gli agenti di fronte a nuove problematiche: rischio concorrenza o perdita di contatto con li cliente.

La carta, valorizzando le specificità degli agenti, pone dei limiti da non oltrepassare.

Fino ad ora la commissione si era limitata a difendere in Bipar le posizioni della professione nel quadro dei progetti legilsativi europei come la direttiva sulla distribuzione. E’ la prima volta che viene presa una posizione comune per difendere l’insieme della categoria. E’ anche il primo documento firmato da tutte le associazioni agenti rappresentate al Bipar, cosa che mostra una volontà comune della profession.

E’ un primo esempio di azione comune, che verrà diffusa presso i media dei diversi paesi e presso i governi con l’obiettivo di ricordare le i valori della professione agenziale e valorizzarne il metodo distributivo.

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