Nel 2014 si e fortemente ridotto il numero di imprese cui e stato protestato almeno un assegno o una cambiale e sono diminuiti i tempi di attesa per il pagamento delle fatture, proseguendo una tendenza in atto dalla seconda meta del 2013. Il miglioramento e stato favorito, da un lato, dall’uscita dal mercato degli operatori piu fragili e, dall’altro, dalla maggiore cautela dei fornitori nel concedere credito commerciale. I comportamenti piu virtuosi hanno riguardato anche la Pubblica Amministrazione che, pur rimanendo un cattivo pagatore rispetto agli standard di mercato, ha ridotto in modo significativo lo stock di fatture inevase. È questa la fotografia che emerge dall’analisi su Payline, il database di Cerved sulle abitudini di pagamento di oltre 2,5 milioni di operatori economici, e dalle statistiche tratte dall’archivio dei protesti. Nel 2014 sono state protestate 34,7 mila imprese non individuali, un dato in netto calo rispetto alle 42 mila del 2013, con un’accelerazione del miglioramento gia osservato nell’anno precedente. Il calo del numero di societa con almeno un protesto del 2014 e un fenomeno che riguarda tutti i settori economici, con l’industria che evidenzia un calo del 22,5% su base annua e livelli gia al di sotto di quelli pre-crisi. Si riduce in modo consistente il numero di societa protestate anche nelle costruzioni (-20,2%) e nei servizi (-15,5%), che pero fanno registrare livelli abbondantemente superiori a quelli del 2007. Anche dal punto di vista territoriale, la riduzione dei protesti e diffusa a tutte le regioni, con un dato per Friuli e Trentino Alto Adige migliore di quello precedente la crisi. Il netto calo dei protesti e stato accompagnato da pagamenti piu regolari delle imprese e della pubblica amministrazione. In media, nel 2014, le imprese italiane hanno infatti liquidato le fatture ai propri fornitori in 77,5 giorni, in calo rispetto ai 79 giorni del 2013 e agli 81 giorni del 2012. Nel corso di questi due anni sono diminuiti sia i termini concordati in fattura, che sono passati dai 60,8 giorni del 2012 ai 58,9 del 2014, sia i giorni medi di ritardo, da 20,2 giorni a 18,5.