di Riccardo Lamanna*

Oggi i fondi pensione devono affrontare forti venti contrari. Bassi ritorni sugli investimenti e aspettativa di vita più lunga portano molti fondi a fronteggiare un crescente funding gap. Più del 25% degli schemi pensionistici europei oggi presenta un cash flow negativo. La percentuale può raddoppiare nei prossimi cinque anni e si prevede che anche negli Usa i fondi a contribuzione definita avranno cash flow negativi entro il 2020.

Tali sfide spingono i fondi pensione a riequilibrare il profilo rischio-rendimento. Da una ricerca State Street su 134 dirigenti di fondi pensione emerge che il 77% degli intervistati prevede un aumento della propensione al rischio da qui al 2018. I fondi stanno rivedendo a fondo i portafogli per ottenere il giusto mix di asset e aumentare i rendimenti, minimizzando i costi e l’esposizione al rischio.

Agli investimenti alternativi di solito va una piccola parte dei portafogli rispetto ad azioni e bond. I dati più recenti suggeriscono che i fondi stanno aumentando l’esposizione agli alternativi più velocemente degli altri investitori. Gli investimenti dei fondi pensione nei primi 100 gestori alternativi sono saliti dell’8% a 1.300 miliardi di dollari nel 2012. Secondo la ricerca, in testa è il private equity, con il 60% degli intervistati che prevede di aumentare l’esposizione al settore. I mercati azionari forti e i disinvestimenti hanno aiutato a ricavare 568 miliardi di dollari dagli investimenti in private equity nel 2013. Parte significativa dei fondi pensione dichiara che aumenterà gli investimenti nelle infrastrutture (39%) e nel real estate (46%), che producono ritorni in tutto il ciclo di vita, bilanciando le passività a lungo termine dei fondi pensione.

Anche gli hedge sono nel mirino dei fondi. Il 29% di quelli che già vi investono aumenterà l’allocation, mentre il 25% vi investirà per la prima volta. Tuttavia, l’annuncio di Calpers a settembre 2014 del ritiro di 4 miliardi di dollari dagli investimenti in hedge fund ha fatto pensare che altri fondi potrebbero seguirne l’esempio. L’aumento del peso degli alternativi ha forti implicazioni per la gestione dei rischi. I fondi cercano di riposizionare i portafogli in asset a più alta crescita per migliorare le performance e costruire mix di asset in grado di tenere basso il rischio totale. Ma resta difficile capire come le diverse combinazioni di asset class, alternative e tradizionali, possano influenzare l’esposizione complessiva al rischio, perché molti alternativi richiedono un diverso approccio ai modelli di rischio. I fondi pensione dovranno tenere conto di tali complessità man mano che adotteranno nuovi modelli di risk budgeting. (riproduzione riservata)

*Country Head for Italy, State Street