L’esercizio di stress test condotto da EIOPA tra novembre e aprile ha saggiato la tenuta delle assicurazioni – nel regime regolatorio di Solvency II – in un set di scenari sviluppati attorno ai principali rischi fronteggiati dal settore. Oltre ai rischi di mercato e a quelli specifici del settore assicurativo, il prolungato scenario di tassi di interesse su livelli prossimi allo zero per tutti i principali paesi dell’area dell’euro ha reso necessaria l’implementazione di uno specifico modulo all’interno dell’esercizio finalizzato a testare l’impatto sulle compagnie di un’eventuale proseguimento di un tale scenario e, in particolare, la sostenibilità nel tempo delle garanzie offerte sui prodotti vita. Il modello utilizzato da EIOPA per la calibrazione dei livelli di shock forniti alle compagnie ai fin dell’esercizio fa riferimento all’esperienza giapponese degli ultimi vent’anni e, in particolare, alla curva dei tassi a dicembre 2011).

Il mercato assicurativo europeo cerca, infatti, di analizzare l’esperienza passata e presente dell’industria assicurativa giapponese per individuare, da un lato, quali siano gli elementi di fondo comuni in termini macroeconomici e finanziari, dall’altro, i principali driver che hanno consentito al settore di superare la crisi determinata dal persistere della situazione di tassi prossimi allo zero e di reagire consolidando i risultati ottenuti. Il rafforzamento dello yen raggiunto negli anni ’80 aveva indotto le imprese giapponesi a modificare le proprie strategie di investimento verso l’acquisto di azioni domestiche e di immobili piuttosto che di titoli esteri e ad innalzare il livello dei tassi sulle garanzie offerte sui prodotti vita di lungo termine per incrementare la quantità di asset in portafoglio. Tali dinamiche di investimento, messe in atto anche da altri attori di mercato, unite alla linea di politica monetaria adottata dalla Bank of Japan, contribuirono alla creazione della bolla del mercato azionario e immobiliare scoppiata poi tra la fine del 1991 e l’inizio del 1992 e all’inizio di un periodo di prolungata deflazione e recessione. Tra il 1990 e il 1992 i tassi di interesse sui titoli governativi a 10 anni calarono drasticamente dall’8% al 5%, alla fine degli anni ‘90 erano al di sotto del 3% per poi progressivamente ridursi fino a livelli inferiori all’1%. All’inizio degli anni ’90 le imprese vita ancora offrivano agli assicurati garanzie di rendimento su livelli prossimi al 6%. Dopo lo scoppio della bolla, le compagnie continuavano ad offrire garanzie medie pari al 4%-5% a fronte, però di un rendimento sugli investimenti pari al 3% e dell’aumento del rischio di longevità. Solo verso la metà degli anni ’90 gli assicuratori hanno iniziato a ridurre le garanzie offerte sul nuovo business senza, tuttavia, ottenere risultati positivi bensì innescando una reazione a catena di riscatti di massa e ulteriore riduzione delle garanzie. Ciò, unito a nuove pressioni innescate da interventi di deregolamentazione all’interno del settore vita, ha inevitabilmente intaccato i bilanci delle compagnie e portato al fallimento di otto imprese di assicurazione giapponesi tra il 1997 e il 2001. EIOPA ha più volte sottolineato la necessità di prevedere sin da subito adeguate misure per far fronte ai bassi tassi di interesse (Opinion on Supervisory Response to a Prolonged Low Interest Rate Environment), pur senza trascurare le differenze strutturali tra l’economia giapponese e quella europea e il grado di asset-liability management più sviluppato rispetto al passato.

L’osservazione delle strategie messe in atto dalle compagnie giapponesi sopravvissute alla crisi lascia pensare che le strategie del successo possano ricondursi al raggiungimento di un mix ottimale tra prodotti di risparmio e di investimento. Tali compagnie hanno, in primo luogo, ridisegnato i prodotti adeguandoli alle nascenti esigenze della popolazione riducendo, ad esempio, la quota dei prodotti tradizionali a favore di protezione in grado di fornire coperture di tipo long-term care e prodotti di assicurazione medica (questi ultimi grazie alla liberalizzazione del mercato nel 2001) o a favore di prodotti di tipo index-unit linked. In secondo luogo, hanno modificato le proprie strategie di investimento riducendo la quota di investimenti in azioni e immobili a favore di titoli di Stato, contestualmente ad un aumento delle duration dei titoli in portafoglio.

Fonte: ANIA Trends