Via libera anche al nuovo piano con l’obiettivo di portare l’utile a 208 milioni al 2019 e di cedere oltre 1 mld di sofferenze. La Bce fissa il Cet 1 all’11,5%, da raggiungere entro luglio. Assemblea il 23 aprile

di Claudia Cervini

Banca Carige è pronta a rafforzare il capitale e a lavorare sulla redditività. Il consiglio di amministrazione ha approvato ieri l’aumento di capitale fino a 850 milioni che sarà garantito integralmente da un consorzio di istituti di credito capitanati da Mediobanca. Il board ha contestualmente approvato le linee guida del piano industriale 2015-2019 che dovrà portare l’utile netto a 208 milioni, il margine di intermediazione a 1,1 miliardi, il cost income al 54,2%, il common equity tier 1 al 12% e un return on tangible equity all’8%.Questi i target da raggiungere a fine piano, mentre gli obiettivi intermedi prevedono 95 milioni di utile netto nel 2017 a fronte di una perdita superiore ai 600 milioni nell’esercizio scorso. La Bce ha inoltre fissato il requisito prudenziale minimo in termini di Cet1 dell’11,5%, da raggiungere entro luglio 2015.

L’aumento e i tempi. La ricapitalizzazione permetterà di far fronte all’ammanco di capitale da 814 milioni riscontrato dalla Bce a seguito del comprehensive assessment. In virtù dell’aumento il common equity tier 1 ratio di Carige è destinato a migliorare di 400 punti base attestandosi al 12,7% senza includere i benefici derivanti dalla vendita degli asset in via di dismissione. Il cda ha proposto anche un aumento di capitale a pagamento fino a 15,8 milioni, con esclusione del diritto di opzione, da liberarsi mediante conferimento in natura delle partecipazioni di minoranza in Cassa di risparmio di Carrara e in Cassa di risparmio di Savona detenute dalla Fondazione de Mari Cassa di risparmio di Savona e dalla Fondazione Cassa di risparmio di Carrara.

L’operazione prevede che le azioni siano emesse a un prezzo unitario di 0,0699 euro, corrispondente alla media semplice dei prezzi ufficiali registrati dall’azione Banca Carige nel periodo dal 18 febbraio al 18 marzo 2015. Il board ha proposto anche il raggruppamento delle azioni ordinarie e di risparmio in circolazione nel rapporto di 1 a 100. La ricapitalizzazione sarà discussa nell’assemblea del 23 aprile insieme all’approvazione del bilancio e l’aumento, ottenuto il via libera dei soci, dovrebbe essere lanciato tra maggio e giugno.

Il piano industriale e le dismissioni. Le linee guida del piano quinquenanle sono il rafforzamento della base patrimoniale e il presidio della liquidità. Come già indicato di recente dall’ad Piero Montani, Carige lavorerà anche al rilancio dei ricavi. L’istituto si impegna altresì a riequilibrare il rischio del credito (la banca prevede entro il 2019 la cessione di sofferenze per 1-1,5 miliardi) e a migliorare l’efficienza della macchina operativa. Di fatto nel nuovo piano l’obiettivo di portare l’utile sopra ai 200 milioni è slittato di un anno: il vecchio piano con orizzonte al 2018 prevedeva infatti il medesimo target. Si prosegue inoltre sulla strada delle dismissioni. «La cessione della società di credito al consumo (Creditis Servizi Finanziari) e della controllata Banca Cesare Ponti, in linea con le previsioni contenute nel capital plan presentato a Bce, contribuiranno all’ulteriore rafforzamento patrimoniale del gruppo», fa sapere la banca a mercati chiusi.

Le mosse degli azionisti. Qualcuno ha già applaudito all’effetto Malacalza che, raggiunto l’accordo con la Fondazione, diventerà presto il primo socio col 10,5%. Malacalza dispone della liquidità necessaria per partecipare all’aumento e ha già aperto alla possibilità di salire fino al 24%. La famiglia di industriali ha anche aperto la porta a nuovi soci e qualcuno aveva fatto il nome di Andrea Bonomi, che però agli attuali valori di borsa non era interessato a rientrare in partita. La più grande incognita è rappresentata dall’altro socio forte, ovvero la banca francese che detiene il 9,9% della banca ligure. Prima di esprimersi attendeva, infatti, di vedere le condizioni dell’aumento e aveva dichiarato a MF-Milano Finanza che la partecipazione non era strategica. La Fondazione, ora che è scesa sotto al 3%, ha le forze per partecipare all’aumento pro-quota. In una giornata in cui l’indice Ftse Italia banche ha chiuso a 16.774,87 con una variazione positiva di 1,35%, il titolo Banca Carige ha chiuso a 0,0701 euro (-0,28%) (riproduzione riservata)