di Anna Messia

Le compagnie di assicurazione affinano i calcoli per i nuovi requisiti europei di capitale che saranno richiesti da Solvency II a partire dal primo gennaio 2016. Nei giorni scorsi l’Eiopa, l’organismo che racchiude le Ivass europee, ha pubblicato la curva dei tassi d’interesse che le imprese dovranno prendere a riferimento per il calcolo delle proprie riserve tecniche.

Si tratta di tassi bassi, allineati del resto all’attuale situazione di mercato, che richiederanno però probabilmente un aumento delle riserve per il settore. Ma le imprese (almeno quelle italiane racchiuse nell’Ania, l’associazione guidata da Aldo Minucci) sembrano già aver messo in conto questo orientamento e la mossa dell’Eiopa era piuttosto attesa dal mercato. C’è però dell’altro. Perché, oltre alla curva dei tassi privi di rischio l’Eiopa ha pubblicato anche i parametri di due importanti «meccanismi di aggiustamento», che le imprese europee potranno utilizzare per alleviare le richieste di capitale in casi eccezionali. Il primo è il «matching adjustment», che tiene conto della durata di alcuni prodotti assicurativi per alleggerire gli impegni: tecnicamente si tratta di un aggiustamento che, in presenza di passività a lungo termine con flussi sufficientemente prevedibili, tiene conto anche della maggiore redditività degli attivi a copertura. Quello che però interessa ben più da vicino le imprese assicurative italiane è l’altro meccanismo di aggiustamento previsto da Solvency II, ossia il cosiddetto «volatility adjustment», che punta invece ad alleggerire un po’ i requisiti di capitale attenuando gli effetti della volatilità (per evitare meccanismi prociclici). Si tratta di un nervo rimasto scoperto per le imprese italiane dopo la crisi sugli spread dei titoli di Stato del 2011. Tanto che le compagnie italiane, nonostante il differenziale tra il Btp e il Bund tedesco sia oggi sceso a 100 punti base, non hanno smesso di puntare l’attenzione su quel volatility adjustment, visto che continuano a investire più del 60% dei propri attivi in Btp. E mentre da una parte le compagnie di assicurazione che operano in Italia sottolineano che la scelta dell’Eiopa di dare totale trasparenza ai meccanismo di calcolo della curva dei tassi e degli aggiustamenti è stata molto apprezzata, qualche perplessità in più viene espressa invece proprio per il calcolo del «volatility adjustment». Qualche penalizzazione di troppo sembra esserci, sostengono le assicurazioni, visto che la correzione attuale per le imprese italiane, in caso di utilizzo del meccanismo, sarebbe di appena 17 punti base, che di certo non avrebbero alcun effetto incisivo in caso di risalita degli spread. Le imprese, come detto, stanno rifacendo i calcoli in questi giorni ed è quindi troppo presto per fare un bilancio complessivo. Anche perché lo stesso meccanismo del volatility adjustment verrebbe ricalcolato in caso di nuova tensione sui titoli di Stato. Ma le imprese mantengono alta l’attenzione, consapevoli che da Francoforte avrebbero potuto ottenere qualcosa in più. (riproduzione riservata)