Le assicurazioni italiane sono positive su a Solvency II. L’applicazione della direttiva è una «sfida per il settore, ma i risultati sono per noi molto positivi». Lo ha dichiarato il direttore generale di Ania, Dario Focarelli, ieri in audizione in Senato. Focarelli ha detto che «le compagnie italiane hanno avuto negli ultimi anni un ciclo diverso da quelle degli altri Paesi e per alcuni versi più positivo, perché», ha spiegato, «hanno acquistato molti titoli di Stato italiani nel periodo della crisi realizzando 100 miliardi in tre anni di capital gain» e ciò è «molto positivo dal punto di vista patrimoniale». Insomma, per il fatto di «avere creduto nell’Italia abbiamo situazioni economiche più positive». Focarelli ha ricordato che anche per le assicurazioni è stato svolto una sorta di stress test e «in condizioni normali di applicazione di Solvency II nessuna impresa italiana ha evidenziato problemi». Ania ha chiesto poi che i requisiti di professionalità, onorabilità e indipendenza siano applicati ai «titolari» di funzioni fondamentali nelle assicurazioni e che siano «graduati in funzione di dimensione e complessità dell’azienda», come prevede Bankitalia per le banche. Focarelli ha quindi chiesto «massima trasparenza sui conti, ma senza imporre obblighi a società di partecipazione che non hanno un effettivo potere di direzione e controllo, come già oggi prevede l’Ivass».