di Anna Messia

Sulla semplificazione normativa e amministrativa «si gioca il futuro del Paese». I consigli al governo di Matteo Renzi su come rimodernare l’Italia arrivano direttamente dal presidente dell’Ivass e direttore generale della Banca d’Italia, Salvatori Rossi, chiamato in commissione parlamentare per la semplificazione. «Va cambiato in profondità il modo di produrre nuove norme», ha detto il responsabile dell’autorità assicurativa. «Quando si progetta una nuova norma bisogna porsi immediatamente due interrogativi.

Se possa produrre effetti indesiderati sul funzionamento dell’economia e dei mercati e se possa essere applicata rapidamente». Alla prima domanda dovrebbe rispondere un’analisi di impatto. Una pratica seguita con attenzione in Banca d’Italia e all’Ivass, ma ancora poco utilizzata negli enti pubblici italiani. I problemi maggiori si presentano però quando bisogna valutare se la norma possa essere prontamente attuabile. «Molto spesso i provvedimenti di legge nel nostro Paese non trovano concreta applicazione, a causa della mancata, o quantomeno tardiva e incompleta, emanazione dei regolamenti attuativi», ha dichiarato Rossi. La legge, in genere, rinvia ad atti normativi secondari e fino a che questi non vengono adottati la disciplina è incerta e inefficace. Il fenomeno deriva a volte «dalla difficoltà di comporre conflitti in sede politica, così si rinvia la soluzione alla sede tecnica», ha aggiunto. L’avvio nel 2012 di un’attività sistematica di monitoraggio dello stato di attuazione delle leggi da parte della presidenza del Consiglio e la pubblicazione online dei risultati rappresenta un importante elemento di novità, ma Rossi è arrivato a suggerire di introdurre l’obbligo di rendere note le ragioni che rallentano o impediscono l’adozione degli atti nei termini stabiliti, in modo da favorire il controllo diffuso e le sanzioni reputazionali. Non solo. Secondo il direttore generale di Bankitalia andrebbe addirittura previsto un collegamento tra il rispetto dei termini e i premi alle amministrazioni e ai dirigenti. Perché gli effetti di questa lunga attesa sono pesanti. Se le norme sono farraginose e instabili i cittadini e le imprese non possono prevedere le conseguenze delle loro azioni e le iniziative economiche sono frenate. Si diffondono la corruzione e l’economia sommersa, a vantaggio dei disonesti. Non solo. Una legislazione troppo complessa induce incertezze interpretative, favorisce le liti e ingolfa l’amministrazione della giustizia. «Condizioni in cui purtroppo il Paese versa da anni», ha concluso Rossi, per questo la semplificazione non può più essere rimandata. (riproduzione riservata)