La propensione al risparmio delle famiglie italiane nel 2013 è aumentata di quasi un punto percentuale nel 2013, avvicinandosi nuovamente ai livelli medi dell’area euro. Secondo la diciottesima edizione dell’Osservatorio sui Risparmi delle famiglie di Gfk Eurisko-Prometeia, il 2013 è stato un anno ancora caratterizzato da un’elevata fragilità, ma con segnali di lenta uscita dalla fase più profonda della crisi. Chiara Fornasari, partner Prometeia, ha sottolineato che l’aumento della propensione al risparmio si è registrato solo in Italia e che “gli italiani stanno provando a ricostituire la loro ricchezza”.

Migliora anche la quota del gestito, con l’incidenza dei fondi comuni sulle attività finanziarie che torna a superare l’8% in linea con l’Ue.

Secondo l’Osservatorio, presentato al Salone del Risparmio organizzato da Assogestioni, la propensione al risparmio potrebbe crescere per tutto il triennio di previsione, anche quando il reddito disponibile tornerà ad aumentare, riportandosi vicino ai livelli del 2009. “Perdurerebbe – si legge – la tendenza in corso all’aumento della quota di reddito risparmiata come risposta di natura precauzionale, in uno scenario ancora molto debole del mercato del lavoro, e con l’obiettivo di ripristinare il valore della ricchezza, finanziaria e immobiliare, erosa durante la lunga crisi. I maggiori flussi di risparmio dovrebbero inoltre contribuire alla crescita delle attività finanziarie, stabilizzandone la dinamica che nel prossimo triennio potrebbe approssimarsi al 4% annuo”.

L’Osservatorio mette in evidenza che nel 2013 gli investimenti si sono concentrati nel settore del risparmio gestito e assicurativi. Tuttavia, resta stabile il numero delle famiglie che investe, visto che la crescita del risparmio gestito nel 2013 è stata guidata soprattutto da un maggior lavoro in profondità sugli attuali possessori. C’è un potenziale ancora poco esplorato dal settore: Fabrizio Fornezza, vice presidente di Gfk Eurisko ha sottolineato che la quota “di attuali possessori di risparmio gestito è dell’8%, il massimo storico è stato del 23%, mentre le famiglie che detengono investimenti abbastanza stabili in risparmio amministrato e gestito sono il 26% del totale. C’è da considerare però che le famiglie con asset superiori a 10mila euro sono il 45% mentre le famiglie che risparmiano sono il 55%”. La tendenza, ha proseguito Fornezza, “è quella di presidiare i segmenti più alti e si trascura il middle market”.

Il 2014 segnerà il ritorno della voglia di medio periodo, si torna al progetto. Per i prossimi anni, vi potrebbero quindi essere secondo l’Osservatorio le basi per iniziare a colmare quel gap strutturale verso i maggiori Paesi europei, Germania e Francia in particolare, che vede le famiglie italiane fortemente ‘sotto assicurate’ e poco impegnate in piani di investimento di lungo termine, previdenziali e non, anche tenendo conto che stanno emergendo dal lato della domanda esigenze di sempre maggiori coperture assicurative e pensionistiche.

Fonte: Radiocor