di Roberta Castellarin

L’Italia ha uno stock di risparmio importante e la ricchezza del settore privato si attesta a 3.700 miliardi. Un tesoro ancora più importante in un momento in cui l’obiettivo è rilanciare la crescita. E la sfida è trovare un canale che colleghi questo enorme salvadanaio all’economia reale.

Un obiettivo che ha ben chiaro Giordano Lombardo, neopresidente di Assogestioni, che in occasione dell’apertura del Salone del Risparmio promosso dall’associazione dei gestori (dedicato proprio al tema del risparmio a lungo termine), che si terrà fino a domani alla Bocconi di Milano, ha ribadito che questa è una sfida fondamentale per il Paese. «Bisogna incentivare la quantità e la qualità del risparmio.

Il tasso di risparmio in Italia è sceso dal 23 al 12% negli ultimi 20 anni e buona parte di queste risorse è detenuta dalla fascia più anziana della popolazione. Inoltre il patrimonio è investito soprattutto nel mattone e negli strumenti di liquidità», ha spiegato Lombardo. «Bisogna incentivare il risparmio a lungo termine e bisogna ricreare un canale di collegamento tra questi attivi e l’economia reale. Il risparmio può avere una funzione di supporto alla crescita e alle imprese, ma non solo. In questo modo si permetterà anche alle famiglie di investire in modo efficiente per crearsi un proprio stock di ricchezza», ha aggiunto Lombardo. Il tutto ricordando che l’orizzonte non sarà più solo italiano ma europeo. Al Salone, infatti, sono intervenuti anche il presidente di Esma Steven Maijoor e Christian Dargnat, presidente di Efama (la Assogestioni europea).

 Il primo obiettivo è quello di un’agevolazione al risparmio di lungo termine e l’occasione può essere proprio la revisione della tassazione sulle rendite finanziare che è destinata a passare dal 20 al 26%. Nel rivedere le norme, Assogestioni chiede che vengano introdotti piani di risparmio a lungo termine fiscalmente agevolati. L’ipotesi può essere quella di una tassazione al 12,5% dopo cinque anni e l’azzeramento dell’aliquota dopo dieci anni. L’esperienza dei Paesi in cui questa proposta è una realtà già da tempo, è il caso, ad esempio, degli Individual Savings Accounts (Isa) nel Regno Unito o dei Plans d’Epargne en Actions (Pea) in Francia, mostra chiaramente che i benefici derivanti dalle maggiori opportunità di rendimento per i propri risparmi si possono ben combinare con un’ampia dose di flessibilità delle possibilità di versamento. Questo potrebbe consentire maggiore spazio al risparmio gestito nei portafogli delle famiglie italiane ancora troppo sproporzionati nella liquidità. Un tema che esiste anche in Europa. Come sottolinea Dargnat. «Meno del 10% dei cittadini europei ha investito in un fondo comune, negli Usa il tasso è al 90%. Peraltro il 43% del denaro è depositato in Europa in strumenti di liquidità. Esiste quindi una formidabile opportunità di crescita per l’industria europea». Un maggiore spazio al risparmio è poi un’occasione per l’intera economia. «Le società di gestione potranno sempre più svolgere un ruolo importante per il finanziamento dell’economia. Già oggi sono nati 26 prodotti specializzati nei mini bond e sarà sempre più importante la nascita degli European long term investment funds rivolti a investimenti di lungo termine in infrastrutture», ha sottolineato Lombardo. Esiste infatti una proposta di regolamento del Parlamento europeo sui fondi che investono a lungo termine (Eltif) che ha aperto anche a livello internazionale il dibattito su come aiutare i risparmiatori a pensare il più possibile agli investimenti con un orizzonte temporale non in una logica mordi-e-fuggi. D’altra parte il 2013 è stato un anno record per l’industria del risparmio gestito, non solo in Italia ma anche tutta Europa, con le masse in gestione che hanno superato i livelli pre-crisi. E i primi mesi del 2014 hanno confermato questo trend con una raccolta a febbraio che ha sfiorato i 12 miliardi in Italia.

La leva fiscale può avere un ruolo importante anche per il rilancio della previdenza complementare, altro tema in cui l’industria è in prima linea. «Per fare decollare il mercato pensionistico o di lungo termine la leva fiscale è importante, come dimostrano le esperienze internazionali», ha ricordato Santo Borsellino, ceo di Generali investments Europe e vicepresidente di Assogestioni intervenuto alla tavola rotonda moderata da Andrea Cabrini, direttore di Class Cnbc, che è media partner del Salone. Mentre l’economista Tito Boeri ha ricordato l’importanza dell’informazione, in particolare di quanto sarebbe utile l’invio della busta arancione, che riveli ai lavoratori quando e con quale assegno potranno andare in pensione. Un incentivo affinché gli italiani tornino a essere risparmiatori come in passato. Come ha ricordato l’ad di Eurizon e vicepresidente di Assogestioni Tommaso Corcos: «È necessario intervenire affinché cresca il tasso di risparmio perché dal 2005 lo stock della ricchezza delle famiglie è rimasto agli stessi livelli, mentre è importante che ricominci a crescere». E affinché questi risparmi crescano e costituiscano un cuscinetto per le future spese che possono insorgere nella vita delle famiglie è necessario che gli italiani tornino ad avere fiducia nelle azioni. «Le reti di distribuzione devono aiutare i risparmiatori ad avere una maggiore presenza di azioni in portafoglio perché investire nelle imprese sane nel lungo termine può essere meno rischioso piuttosto che puntare solo sulle obbligazioni», ha aggiunto Pietro Giuliani, presidente di Azimut. (riproduzione riservata)