di Francesca Chiarano – MF DowJones  

I vertici di Banca Carige sono ottimisti sul futuro dell’istituto. Nella conferenza stampa di presentazione dei conti 2013 e del piano industriale al 2018 il presidente dell’istituto Cesare Castelbarco Albani ha sottolineato che si tratta di «un momento di svolta per la banca», mentre l’ad Piero Montani ha rassicurato sull’imminente aumento di capitale da 800 milioni, che «penso andrà benissimo, ma la risposta la darà il mercato». Carige, ha aggiunto Montani, «ha uno dei piani più solidi. Noi, a differenza di altri, non vendiamo una poesia. Altri stanno raccontando la favola di Cappuccetto Rosso». Il piano, ha chiosato l’ad, «è stand alone, non funzionale ad aggregazioni», e «se ci saranno volontà dei soci le ascolteremo quando ce le diranno, che sia in assemblea o in altre sedi». Sempre in merito alla ricapitalizzazione il presidente Castelbarco ha ricordato che «il consorzio di garanzia con primarie banche è già stato formato» e che «c’è un grosso interesse da parte degli investitori», ma «oggi è improprio e prematuro parlare dell’assetto proprietario, quando andrà in esecuzione l’aumento di capitale verificheremo chi sottoscriverà le azioni e quali saranno le posizioni». Montani ha osservato che «il capitale della banca è sempre stato molto concentrato in mani locali, ora non mi dispiacerebbe che il titolo avesse un po’ più di respiro, è nell’interesse della banca perché crea valore». L’ad ha annunciato un roadshow per la prossima settimana. In merito alla possibile entrata nel capitale della banca genovese del patron di Investindustrial Andrea Bonomi, Montani ha commentato che «abbiamo già lavorato insieme (in Bpm, ndr), lo stimo molto, se arrivasse sarebbe ben gradito, ma la decisione spetta solo a lui», mentre quanto alla sottoscrizione dell’aumento di capitale da parte dell’imprenditore genovese Vittorio Malacalza, Montani ha detto: «Penso che il nostro piano possa essere interessante. Finora non ci sono stati incontri, ma ora che il piano è pronto non escludo che ci si possa vedere». La banca tornerà al modello di banca unica, con la fusione di Carige Italia in Banca Carige, e il piano industriale «prevede di liberare 1.200 persone, di cui 600 saranno ricollocate sul fronte della vendita di servizi e prodotti». Infine, per quanto riguarda la cessione degli asset assicurativi, l’ad ha fatto sapere che «al momento non ci sono offerte vincolanti ma di interesse in giro ne abbiamo visto parecchio». Non so, ha aggiunto, «se riusciremo a chiudere entro giugno, prima dell’aumento di capitale, non dipende da noi». La vendita è stata rallentata dall’ispezione avviata dall’Ivass, ma ora «l’ispezione è finita e non ci aspettiamo altre osservazioni dagli ispettori», ha concluso Montani. (riproduzione riservata)