di Ignazio Marino  

 

La medicina difensiva (vale a dire l’atteggiamento che molti medici adottano per poter ridurre il rischio di citazioni in tribunale e denunce, prescrivendo esami clinici e analisi in più anche se non necessari o evitando di mettere in atto azioni diagnostiche e terapeutiche) costa 13 miliardi di euro l’anno, circa il 10% della spesa sanitaria globale. Eppure il 95% delle denunce da parte dei pazienti per presunti casi di malpractice, una volta passati al vaglio della giustizia, si concludono con una sentenza a favore del medico. L’aumento del contenzioso medico-legale cui si è assistito negli ultimi 10-15 anni è in questi giorni al centro di un confronto a Roma organizzato dalla Professional & partners group, società di intermediazione assicurativa. A rendere ancora più difficile la professione dei camici bianchi, infatti, da qualche anno, è intervenuto anche il problema dell’assicurazione: le polizze hanno subito in media un aumento vertiginoso, +600%, con punte che riguardano alcune categorie di professionisti, tra cui anestesisti, ginecologi, chirurghi e ortopedici: un fardello molto pesante per l’Ssn, di circa 500 milioni di euro l’anno. Intanto, questa è la denuncia che arriva dalla capitale, «in parlamento non si è ancora giunti a una legislazione organica sul tema. Dopo il decreto Balduzzi (dall’allora ministro della salute) della fine del 2012, che ha stabilito alcuni punti fermi sulla responsabilità professionale, come il fatto che il medico che sia attenuto alle linee guida definite dalla comunità scientifica risponderà dei danni solo per dolo e colpa grave, escludendo dal contenzioso quindi i casi di lieve entità, si hanno per il momento solo proposte e disegni di legge, come quello firmato dal senatore Amedeo Bianco, presidente della Federazione nazionale ordini dei medici chirurghi e odontoiatri presentato a gennaio 2014». Il consigliere giuridico del ministero della salute, Adelchi D’Ippolito, però durante il convegno ha annunciato la revisione delle norme sulla responsabilità civile dei medici nel tentativo di ridurre il contenzioso giudiziario.