di Giovanni Galli  

 

Aumento della tassazione sulle rendite finanziarie dal 20 al 26% a partire dal 1° maggio prossimo, escludendo però i Bot, i conti bancari e i conti deposito. Per un incasso previsto di 2,6 miliardi, che andrà a coprire una riduzione dell’Irap del 10% il cui impatto è stimato sui 2,4 miliardi di euro.

Sono due tra le misure di carattere fiscale annunciate ieri dal presidente del Consiglio Matteo Renzi tra quelle che l’esecutivo varerà nelle prossime settimane per il rilancio dell’economia (si veda la tabella in pagina con le misure approvate ieri e quelle annunciate). Gli interventi si aggiungono al taglio del cuneo fiscale per i redditi medio bassi: chi guadagna intorno ai 1500 euro al mese (il range è tra 25 mila e 30 mila euro lordi l’anno, ha spiegato il premier) si ritroverà in busta paga circa mille euro in più l’anno. Il costo dell’operazione, pari a circa 10 miliardi di euro, sarà coperto grazie alla spending review e al previsto impatto positivo della riduzione dello spread che comporta una minore spesa per il servizio delo debito pubblico. «Purtroppo sarebbe stato impossibile stabilire con decreto legge che da domani tutto sarebbe cambiato. Però entro il 30 aprile arriveranno le misure attuative affinché dal primo maggio ci siano le risorse nelle buste paga di chi guadagna meno di 1.500 euro al mese e i tagli all’Irap per le imprese», ha spiegato Renzi. «I tagli delle imposte saranno finanziati da tagli di spesa permanente a regime dall’anno prossimo, quest’anno la situazione è di transizione e si utilizzeranno i margini dell’indebitamento perché il rispetto dei vincoli è fondamentale per noi», ha aggiunto poi il ministro del’Economia, Pier Carlo Padoan. Il quale ha anche illustrato l’operazione che dovrà portare di qui a luglio allo sblocco di 68 miliardi di euro di pagamenti delle pubbliche amministrazioni alle imprese. Nel disegno di legge che sblocca i pagamenti della pubblica amministrazione c’è una parte che riguarda «la cessione dei crediti a banche o istituzioni finanziare per ricavare liquidità», ha riferito il ministro, aggiungendo che «molte imprese sane sono state costrette a uscire dal mercato per colpa della liquidità, il disegno di legge prevede una garanzia dello Stato affinché il sistema bancario possa reagire positivamente a questo stimolo e un intervento della Cassa depositi e prestiti come ulteriore strumento di garanzia per accelerare questo strumento di cessione del credito». «Lo scopo di avere un nuovo strumento che è il ddl e quello duplice di accelerare i pagamenti residui e mettere in campo misure che impediscano che in futuro episodi del genere», ha aggiunto. «Introdurre un sistema di pagamenti è un fattore di estrema trasparenza reso possibile dal fatto che la completa informatizzazione dei certificati permette di identificare quello che è lo stato dei pagamenti, monitorarne il percorso e fare in modo che siano rispettati i tempi di pagamento massimo richiesti dalla Commissione europea ma soprattutto dal nostro interesse».