Ha già la leadership tra le assicurazioni italiane, con riserve Vita per 50 miliardi, premi 2013 per 19,6 miliardi e una quota di mercato del 15,4%. Primato che Generali Italia vuole tenere ben stretto, e anzi punta a rafforzare la posizione, malgrado l’impegno richiesto nei prossimi mesi per completare il profondo riordino delle attività italiane del gruppo. Compito che il ceo Mario Greco ha affidato a ottobre scorso a Philippe Donnet, nominato ad di Generali Italia. Un manager francese, che in passato, sempre in Italia, aveva seguito la fusione delle compagnie rilevate nel Paese da Axa. Ma stavolta il compito appare più impegnativo, se non altro per le dimensioni: Generali Italia, nata dalla fusione delle principali compagnie italiane (Generali, Ina Assitalia, Toro, Augusta e Lloyd Italico), e che controlla anche Alleanza e la compagnia diretta Genertel, (oltre al 51% di Banca Generali), rappresenta oggi circa il 40% dell’utile operativo del gruppo. Il bilancio è stato appena chiuso con un risultato di 1,7 miliardi (+16%) rispetto ai 4,2 miliardi totali. La sfida sarà ora tenere il passo con i Paesi in rapida crescita, e se possibile guadagnare posizioni, mentre si dovrà procedere a passo spedito verso la messa a fattor comune della rete distributiva. Un riassetto mai visto finora nel settore assicurativo italiano, che pure ha visto e vede tutt’ora importanti integrazioni societarie, come quella avviata da UnipolSai. Nel caso di Generali Italia c’è da unire i sistemi operativi di 3 mila punti vendita, semplificare la gamma prodotti da 270 a 70 polizze, e riqualificare quasi 1.000 persone al fine di ridurre la struttura di Generali Italia a quattro poli specializzati. Mogliano Veneto, con 1.600 persone, sarà dedicata a Vita e imprese, Roma a retail e istituzioni, con 1.300 persone, 700 dipendenti lavoreranno a Torino per la Rc Auto e altri 1.300 si occuperanno di liquidazione sinistri a Milano. Una riorganizzazione su cui il gruppo, come noto, ha investito 300 milioni e che è in piena attività. Circa 200 agenzie lavorano già oggi sulla nuova piattaforma informatica, e la tabella di marcia è serrata: entro l’anno è prevista l’attivazione del nuovo sistema per i rami Auto, Vita e per la contabilità su tutti i 3 mila punti vendita. Mentre nel prossimo biennio è prevista l’attivazione anche per i rami Danni non auto, più difficili da integrare. Mano a mano che le agenzie sono assorbite nel nuovo sistema, parte anche l’allineamento sui prodotti. Le scadenze da rispettare e le piattaforme informatiche da testare agitano spesso i sonni del nuovo management che affianca Donnet in questa complessa sfida. Da Bruno Scaroni, responsabile della distribuzione, a Davide Passerò, capo del marketing, al direttore operativo, Marco Sesana. E mentre Generali Italia è impegnata sul nuovo assetto non può trascurare l’innovazione, per non perdere la leadership a favore dei concorrenti. In cantiere c’è il «progetto tablet», per assistere il cliente in mobilità, e presto gli assicurati potranno denunciare il sinistro via smartphone. C’è un nuovo prodotto Vita (Valore futuro), su cui Generali sembra puntare molto, e anche una polizza Rc Auto con scatola nera che consentirà ai guidatori di pagare il premio in base all’uso dell’auto. «Siamo fiduciosi che questo impegno farà di noi la compagnia di riferimento di famiglie e imprese» ha detto Donnet, «vediamo positivo». Refrain che caratterizza anche la nuova campagna di comunicazione, che prevede l’installazione di occhiali giganti a Piazza S. Marco a Venezia, a Piazza Farnese a Roma, e a Piazza Vittorio Emanuele a Torino. Ma bisogna guardarsi dai concorrenti. La seconda compagnia del mercato, Intesa Sanpaolo, è dietro l’angolo, con una quota del 14%. (riproduzione riservata)