di Anna Messia

L’utile operativo 2013 di Generali Assicurazioni non dovrebbe discostarsi molto dai 4,2 miliardi indicati dagli analisti. Più difficile fare previsioni sull’utile netto, su cui si alzerà il velo solo questa mattina quando il group ceo Mario Greco presenterà i conti al mercato.

La media degli analisti si è posizionata a 2,25 miliardi di risultato netto, ma sono tante le partite straordinarie, sia positive sia negative, che hanno pesato sui conti dell’ultimo trimestre del gruppo, e che potrebbero far sballare le attese. L’ultima, arrivata solo l’altro ieri, è la possibilità concessa dall’Ivass alle compagnie assicurative di mettere a conto economico anche la rivalutazione delle quote di Banca d’Italia. Per Generali, che detiene il 6,33% di Via Nazionale, la plusvalenza vale 300 milioni e potrà essere utilizzata anche ai fini Solvency. Considerando la tassazione al 12%, l’effetto netto positivo sarà quindi di 264 milioni. Ci sono poi da aggiungere le plusvalenze dalle dismissioni, come quelle delle attività in Messico e delle partecipate riassicurative Usa, ma a questo si somma più di qualche perdite straordinarie, che ridurrà l’utile netto.

Dall’8,5% di Ires straordinaria che ha aumentato la pressione fiscale nel quarto trimestre a più del 70%, alle perdite catastrofali e soprattutto ai maggiori accantonamenti di riserve richiesti in Francia nel mercato Rc Auto, a causa di un aumento del costo dei danni alle persone.

Al di la delle poste strordinarie il mercato farà però particolare attenzione ai risultati della ristrutturazione avviata da Greco. L’utile operativo atteso, come detto, è 4,2 miliardi, in linea con lo scorso anno ma con un perimetro di attività sensibilmente ridotto dopo la cessione di attività non strategiche. A cui potrebbe aggiungersi anche Bsi, da tempo in cerca di acquirenti. Gli analisti di Deutsche Bank sembrano ottimisti: «visto l’aumento degli accordi tra le banche svizzere e il dipartimento di giustizia americano, e l’imminente conclusione dei piani di scudo fiscale avviati dai paesi europei, nei prossimi 12 mesi, dovrebbe essere sensibilmente più semplice vendere una società di private banking», hanno sottolineato, aggiungendo che anche in uno scenario negativo Generali avrebbe altre carte da giocare per evitare un aumento di capitale eventualmente finalizzato all’acquisto entro l’anno dell’ultima tranche di azioni Ppf, che vale 1,23 mld. Ci sono le attività «in Austria, o in Benelux o un altro pacchetto di azioni Banca Generali». (riproduzione riservata)