di Anna Messia

Il ceo di Generali, Mario Greco, ha già recentemente chiarito che la situazione è sotto controllo: il bond ibrido da 500 milioni sottoscritto da Mediobanca nel 2008, non più computabile tra gli strumenti a servizio del capitale, verrà sostituito con un’emissione che avverrà in forma «pubblica», e si sta già lavorando in questa direzione. Leggendo il bilancio integrato 2013 appena pubblicato dal gruppo emergono però tutti i retroscena dell’operazione. Il caso è esploso a fine 2013, quando, visto l’imminente avvio della nuova disciplina prudenziale per le banche, Generali ha ricevuto da Mediobanca, con riferimento al finanziamento da 500 milioni concesso alla compagnia, la richiesta di applicazione della clausola contrattuale di «costi aggiuntivi». Come dire, il maggior assorbimento di capitale avrebbe dovuto essere compensato dall’aumento dei costi del finanziamento. A quel punto però i manager della compagnia sono andati a spulciare le clausole, e hanno avuto una bella sorpresa. Hanno infatti scoperto un contratto di opzione che avrebbe consentito adAssicurazioni Generali di estinguere anticipatamente il finanziamento dal 2012, previa comunicazione all’autorità di controllo, l’Ivass (al tempo Isvap). Peccato però che, a quanto pare, all’authority non sapessero niente di quella clausola. Non solo. «A seguito dell’analisi condotta dalla compagnia è emerso che nella riunione del consiglio di amministrazione che ha approvato nel settembre 2008 il finanziamento era stato accennato alla possibilità di richiederne il rimborso anticipato», si legge nella relazione del bilancio, «tuttavia tale opzione di riacquisto della passività subordinata non era stata comunicata al cda nella predetta riunione, né era stata oggetto di successiva informativa allo stesso». E neppure è stata resa nota al nuovo management della società, che quando ne è venuto a conoscenza ha inviato tutto il carteggio all’Ivass, che il 4 febbraio scorso, dopo aver studiato il fascicolo, ha dichiarato la non ammissibilità del finanziamento al computo del margine di solvibilità, sceso di conseguenza di 3 punti percentuali. Nel frattempo Generali ha eseguito una revisione di tutti i debiti subordinati e verificato la documentazione inviata all’Ivass negli ultimi anni, senza «aver rilevato alcuna ulteriore carenza informativa», ma in riferimento al bond ibrido Mediobanca, si legge ancora nel bilancio «sta valutando attentamente i costi di rifinanziamento, legali e reputazionali derivanti da questa situazione». (riproduzione riservata)