L’economia italiana si sta avviando a una svolta ciclica dopo una lunga crisi e si stanno rafforzando i segnali di miglioramento emersi dalla scorsa primavera. Il quadro economico resta tuttavia fragile e in particolare si rende indispensabile fornire un adeguato sostegno finanziario alle imprese. Gli sforzi compiuti in passato per favorire lo sviluppo di un sistema finanziario articolato con un ampliamento delle fonti di finanziamento fino ad ora molto concentrate sul solo credito. Tra i veicoli individuati per finanziare il sistema produttivo vi sono gli investitori istituzionali, con particolare riferimento a fondi pensione e Casse di previdenza. Come contemperare le esigenze dell’economia reale con le finalità perseguite dagli strumenti previdenziali? Sul punto interviene un’analisi pubblicata sulla newsletter Mefop da Rino Tarelli, presidente facente funzioni della Covip. Gli strumenti previdenziali svolgono un ruolo socio-economico essenziale fungendo da cerniera tra il sistema di welfare e di protezione degli individui e il sistema finanziario. Nella fattispecie dei fondi pensione, questi integrano infatti il ruolo dello Stato nel fornire prestazioni adeguate ai bisogni. Al contempo le forme previdenziali sono anche investitori istituzionali, visto che canalizzano il risparmio verso gli investimenti produttivi programmati da Stati e imprese. Se si guarda alle risorse complessive dei fondi pensione italiani, risultano numeri di un certo rilievo; 110 miliardi a fine settembre (il 7% del pil) e oltre 160 miliardi (il 10% del pil) aggiungendo le casse di previdenza. Si invoca ora un loro maggior protagonismo nell’integrare il credito bancario, specie quello a più lunga scadenza, dal momento che i fondi pensione hanno disponibilità ampie di risorse finanziarie, flussi di cassa regolari da destinare all’investimento, orizzonte temporale di lungo periodo, vincoli regolamentari meno stringenti. Esperienze in questo senso si riscontrano nel Regno Unito, dove è stato promosso un consorzio (Pension Infrastructure Platform), partecipato da alcuni fondi pensione di grandi dimensioni, per la selezione di progetti infrastrutturali in cui investire le risorse raccolte presso i fondi soci. In Italia il Trentino Alto Adige ha istituito un fondo strategico, partecipato da enti locali, fondi pensione convenzionati e altri investitori, con il compito di indirizzare risorse finanziarie a sostegno delle imprese locali. Ma alla disponibilità di chi è pronto all’investimento deve associarsi l’offerta di strumenti (come fondi di private equity, minibond, fondi di debito, project bond) adeguati alle esigenze dei fondi pensione per trasparenza, regolarità dei flussi informativi, criteri e frequenza di valorizzazione, possibilità di smobilizzo, diversificazione degli emittenti, standardizzazione dei prodotti, costi. (riproduzione riservata)