I fondi pensione devono indicare ai loro sottoscrittori il rendimento atteso di ciascun comparto nell’orizzonte temporale più coerente con la strategia d’investimento. La società di consulenza European Investment Consulting ogni tre mesi conduce un’indagine tra i gestori proprio per individuare l’evoluzione delle attese dei money manager e fornire quindi uno strumento in più ai fondi pensione per fare le proprie scelte di asset allocation. Sabato 8 marzo European Investment Consulting ha presentato i risultati dell’ultimo sondaggio trimestrale fra i gestori sui rendimenti attesi.

L’iniziativa, giunta alla quarta edizione, raccoglie le previsioni di 37 società di gestione, delle quali 11 italiane, su 34 asset class o segmenti di mercato, riferite a quattro orizzonti temporali diversi, 1, 3, 5 e 10 anni. Il sondaggio ha raccolto 1.536 previsioni, in media 41 per ciascuna società di gestione. Cosa è emerso? «Il sondaggio conferma un’attesa di rendimento molto bassa, anche se positiva, sui titoli di Stato a lungo termine di Europa e Stati Uniti», dice Silvio Bencini, managing partner di Eic. Dal sondaggio emerge anche che le previsioni di inflazione sono al di sotto del 2%, obiettivo della Bce fino a 5 anni, ma sono comunque superiori ai rendimenti attesi dai titoli di Stato, che perciò in termini reali sono negativi o nulli. Rimane più positivo il quadro sulle obbligazioni societarie, soprattutto il segmento High Yield europeo, che sugli orizzonti a 1 e 3 anni presenta rendimenti attesi intorno al 4%. Semaforo verde poi per le azioni. sulle quali «i rendimenti attesi maggiori sono ancora in Europa e Giappone», aggiunge Bencini. Mentre c’è maggiore cautela nei confronti dei mercati emergenti, che sono rimasti penalizzati dal graduale abbandono della politica espansiva della Federal Reserve statunitense. Restano, però, mercati interessanti se si allarga l’orizzonte al lungo termine. «Sui mercati emergenti la crisi del 2013 condiziona le aspettative dei gestori, che si collocano intorno al 2% per le obbligazioni e al 5% per le azioni sull’orizzonte di 12 mesi. Tuttavia le previsioni crescono decisamente con l’allungamento dell’orizzonte temporale», conclude Bencini. (riproduzione riservata)