da Bruxelles Angelo Di Mambro  

Fumata grigia sulla direttiva risparmi. All’Ecofin Austria e Lussemburgo sembrano fare concessioni ma alla fine si tengono stretto il segreto bancario e non votano l’accordo politico che avrebbe sbloccato la direttiva risparmi e lo scambio automatico delle informazioni anti-evasione fra tutti gli stati Ue (si veda ItaliaOggi di ieri). Non sono bastate, evidentemente, le rassicurazioni del commissario Ue alla fiscalità Algirdas Semeta sui progressi fatti nel negoziato tra l’Ue e i cinque stati, Svizzera in testa, che devono sottoscrivere i nuovi standard globali richiesti anche dal G20 in materia di scambio automatico di informazioni. Punto di svolta della giornata la dichiarazione del ministro delle finanze di Lussemburgo, Pierre Gramegna, secondo cui «un cambiamento così importante deve essere affrontato e discusso dal nostro primo ministro». A vedere il bicchiere mezzo pieno, l’accordo è solo rinviato al 20 e 21 marzo, quando i capi di stato europei saranno chiamati a prendere una decisione definitiva sulla questione. Semeta ne è sicuro: «Siamo vicini al traguardo».