di Emerick De narda

Il gettito derivante dalla tassa sulle transazioni finanziarie, nota come Tobin Tax, nel 2013 è stato di 285 milioni di euro. Numero ben inferiore rispetto alla cifra «sopra i 300 milioni di euro» inizialmente riportata dagli organi di stampa, e soprattutto agli 1,2 miliardi di euro preventivati dai tecnici del governo Monti, che l’hanno introdotta.

La cifra è stata rivelata a MF-Milano Finanza da Vieri Ceriani, consulente del ministro dell’Economia, già sottosegretario del Tesoro con Monti, a margine del convegno «Più equità e risorse per la crescita – Confronto sulla Tobin tax», promosso dal presidente della Commissione Bilancio della Camera, Francesco Boccia. Per il 2014, Vieri stima che le entrate saranno di ammontare complessivo fra i 350 e i 400 milioni. Da sottolineare comunque l’obiezione sollevata dalla Corte dei Conti, a proposito del mancato gettito in termini di altre imposte (come l’Ires, visto che alcuni intermediari hanno chiuso) causato dalla Tobin. Le proposte in materia di tassa sulle transazioni comunque non si fermano. Una delle più interessanti arriva dal promotore numero uno in Italia di questa imposta, lo stesso Boccia, che si è pubblicamente impegnato a «fare di tutto per cancellarla» qualora la Tobin europea non passi a livello Ue. In questo l’Italia avrà un ruolo determinante, visto che il tema sarà affrontato nel semestre europeo a guida italiana. Viene comunque da chiedersi perché non si è atteso l’esito della discussione europea prima di introdurre una tassa che ha prodotto «una contrazione del 15-20% dei volumi in Borsa nel 2013», stando all’amministratore delegato di Borsa Italiana, Raffaele Jerusalmi.

E proprio sul problema della liquidità si è focalizzato l’intervento di Saverio Berlinzani, trader e membro dell’associazione di risparmiatori Aprimef, «la mancanza di liquidità legata alla tassa è pericolosa perché la presenza di molti operatori, anche piccoli, rende più difficile manipolare i mercati. Su quello dei Cds» continua Berlinzani «se invece di 5 banche ci fossero stati mille operatori che si scambiavano tali strumenti, forse l’attacco ai titoli di Stato dell’Italia non sarebbe avvenuto».

Interessante la proposta, sempre di Boccia, sul tema di un possibile aumento delle tasse sul capital gain: «se si aumenta la tassa sulle rendite bisogna eliminare il bollo». Inquietante invece l’intervento dell’Abi che informato i presenti in sala del fatto che le banche nel 2013 hanno dovuto versare all’Erario un anticipo delle tasse sui (presunti) guadagni di borsa del 2014. L’intervento del deputato del Partito democratico Giampaolo Galli ha messo in guardia i legislatori sul fatto che aumentando le tasse sui risparmi per ridurre quelle sul lavoro non si fa altro che spostare il problema. (riproduzione riservata)