di Andrea Di Biase

Mediobanca e gli altri azionisti stabili delle Generali (Del Vecchio, De Agostini,Caltagirone e Fondazione Crt) completano la riforma della governance del Leone avviata nel 2007 per allinearla a quella delle grandi istituzioni finanziarie internazionali.

Un processo durato cinque anni e contrassegnato nel tempo da passaggi anche traumatici, basti pensare all’allontanamento dalla presidenza di Cesare Geronzi e alla recente sostituzione di Giovanni Perissinotto con Mario Greco (oggi group ceo con pieni poteri), ma che ora sembra essersi concluso in un clima di condivisione generale. Questo almeno è quanto trapela dagli ambienti vicini ai grandi soci della compagnia, a cominciare da Mediobanca, dopo le definizione della lista per il rinnovo del cda che sarà depositata in vista dell’assemblea del 30 aprile.

Ormai stabilito che il cda si ridurrà da 20 a 11 componenti, la lista di maggioranza sarà composta dal presidente uscente Gabriele Galateri, dal ceo Mario Greco, dai due vicepresidenti Francesco Gaetano Caltagirone e Vincent Bolloré, dall’ad di De Agostini Lorenzo Pellicioli e dal direttore centrale di MediobancaClemente Rebecchini. Nella lista figurano inoltre come indipendenti l’ad dell’Eni, Paolo Scaroni, che dunque viene confermato nel cda del Leone, e tre nuove entrate di prestigio. Si tratta, anche alla luce della normativa sulle quote rosa, di tre donne con un curriculum di tutto rispetto: Ornella Barra, ceo della multinazionale farmaceutica Alliance Boots, Alberta Figari, partner dello studio Clifford Chance scelta per la sua esperienza legale a livello internazionale (sostituirà di fatto Alessandro Pedersoli, anche se il suo nome non può essere considerato in quota a Intesa Sanpaolo), e Sabrina Pucci, docente di economia ed esperta di principi contabili assicurativi grazie alle esperienze maturate all’Isvap e dell’Insurance Accounting Working Group. Alla rappresentanza femminile nel cda del Leone dovrebbe aggiungersi inoltre Paola Sapienza, esperta di governance a livello internazionale, che dovrebbe essere confermata nella lista presentata da Assogestioni. Rispetto al 2007, quando leGenerali erano guidate da un presidente esecutivo e da due amministratori delegati, la governance è dunque molto più lineare, grazie alla presenza di un unico capo azienda (Greco) e al bilanciamento in cda dei rappresentanti dei grandi soci e del mercato. (riproduzione riservata)