di Andrea Di Biase

Il piano per il concordato fallimentare di Sinergia e ImCo, le due società della famiglia Ligresti dichiarate fallite il 14 giugno 2012, è ormai pronto. Nei giorni scorsi gli organi deliberanti di tutte le sei banche esposte nei confronti delle due società immobiliari per complessivi 330 milioni hanno dato il via libera al piano e anche se la newco che dovrà presentare al Tribunale di Milano la proposta di concordato è partecipata solo daUnicredit e Bpm (ma con la possibilità che anche una terza banca entri nel capitale in un secondo momento), questo non significa che gli altri istituti (Banco Popolare, Ge Capital, Popolare di Sondrio e Mps) si siano sfilati.

 

Tutte le banche, anche quelle che durante il confronto degli ultimi mesi erano più riluttanti a concedere la nuova finanza necessaria a implementare il piano, hanno infatti condiviso la struttura di fondo dell’operazione.

Così come sembra essere orientato a farlo anche il gruppo Fondiaria-Sai, esposto nei confronti di Sinergia e ImCo per circa 250 milioni, il cui assenso al piano è una delle condizioni necessarie per procedere alla presentazione della proposta di concordato.

 

L’altra condizione indispensabile per la realizzazione del piano è il via libera da parte del collegio di vigilanza, formato dal presidente della Regione Lombardia, da quello della Provincia di Milano e dal sindaco di Milano, alla richiesta presentata dalla Fondazione Cerba, presieduta da Umberto Veronesi, di rinnovare la convenzione edilizia necessaria a modificare la destinazione d’uso dell’area di proprietà di ImCo nella periferia Sud del capoluogo lombardo dove dovrebbe sorgere il Centro europeo di ricerca biomedica. Nell’istanza presentata al Collegio di vigilanza dalla Fondazione Cerba c’è anche una seconda richiesta indispensabile per procedere con il concordato: quella di fare fronte agli oneri di urbanizzazione dell’area in modo progressivo e ad avanzamento lavori anziché in unica soluzione come era invece previsto dal piano integrato di intervento originario. Il parere del collegio, che è un organo politico e non tecnico, è dunque decisivo per la predisposizione del piano di concordato fallimentare, che si fonda proprio sulla valorizzazione dell’area sulla quale dovrebbe sorgere il Cerba.

Il collegio, che dopo l’elezione di Roberto Maroni alla presidenza della Regione Lombardia, è stato reintegrato ed è dunque nelle condizioni di decidere; dovrebbe deliberare entro la fine di marzo. Se il responso sarà positivo, nel corso del mese di aprile la newco partecipata da Unicredit e Bpmpotrà procedere con il deposito della proposta di concordato al Tribunale di Milano.

Ma che cosa prevede il piano nel dettaglio? Secondo quanto appreso da Milano Finanza la versione definitiva della proposta di concordato si articola su tre macro-punti. Il primo riguarda il soddisfacimento dei creditori ordinari (fornitori, dipendenti ecc.) che alla data della dichiarazione di fallimento delle due società vantavano crediti per circa 150 milioni. Questi, in base allo schema predisposto dalle banche, saranno rimborsati pressoché integralmente dalla newco. In che modo? Il veicolo, cui saranno conferiti alcune proprietà immobiliari di Sinergia e ImCo, si farà carico di tutte le passività ordinarie, che rimborserà in contanti, utilizzando gran parte dei 150 milioni di nuova finanza messi a disposizione dalle banche. La parte restante della nuova finanza servirà invece a pagare le spese del concordato. Una volta rimborsati i creditori ordinari, nel veicolo rimarranno solo cespiti immobiliari e nuovo debito nei confronti degli istituti, che dovrebbe essere rimborsato in un arco di 5-7 anni attraverso la valorizzazione degli immobili in portafoglio.

 

Il secondo macro-punto riguarda il soddisfacimento del credito di circa 250 milioni vantato dal gruppo FonSai nei confronti delle ex società immobiliari di Salvatore Ligresti. Il confronto tra le banche e il gruppo assicurativo attualmente controllato daUnipol dovrebbe presto sfociare in un accordo che prevederebbe la compensazione del credito del gruppo Fondiaria-Sai con alcuni immobili attualmente in portafoglio a società del gruppo Sinergia-ImCo.

Il terzo macro-punto riguarda infine il debito di circa 330 milioni che le due ex società immobiliari di Ligresti avevano al momento della dichiarazione di fallimento nei confronti delle banche. Il piano prevede che questo debito venga accollato al fondo immobiliare, che sarà gestito da Hines Italia Sgr, a fronte del conferimento dell’area a Sud di Milano sulla quale dovrà essere costruito il Cerba e alla tenuta Cesarina, l’azienda agricola alle porte di Roma.

I prossimi giorni saranno dunque decisivi per capire se le banche potranno procedere con il concordato e chiudere così il fallimento a tempo di record o se invece questa strada non sarà praticabile. Il rischio concreto per le banche, al di là di eventuali cause che i curatori fallimentari di Sinergia e ImCo dovessero decidere di intentare, è quello di vedere sfumare il proprio credito o di recuperarlo solo parzialmente a lungo termine. (riproduzione riservata)