di Giuseppe Di Vittorio  

Tobin tax europea ad ampio raggio. La proposta di direttiva comunitaria, posta in consultazione fino al 30 aprile, è notevolmente peggiorativa rispetto all’omologo prelievo italiano in vigore dal 1° marzo scorso. Include infatti nella base imponibile le transazioni che hanno per oggetto pronti contro termine, fondi comuni di investimento, obbligazioni e perfino i titoli di stato. Tutti prodotti fuori dal campo dell’imposta in Italia. Ci sono ovviamente poi le azioni e i derivati, analogamente a quanto accade nella penisola. Ma non è prevista alcuna esclusione per l’intraday, le operazioni aperte e chiuse in giornata o per i titoli emessi da società a piccola capitalizzazione. Oltre all’allargamento della base imponibile, spiccano poi il raddoppio delle aliquote, gli obblighi di riscossione estesi anche all’imprese commerciali particolarmente attive sui mercati finanziari, l’estensione dell’ambito geografico di applicazione. La direttiva andrà a valere solo per gli 11 paesi (Germania, Italia, Austria, Slovenia, Grecia, Portogallo, Spagna, Estonia, Francia, Slovenia e Belgio) che hanno deciso di aderire alla Cooperazione rafforzata, un istituto che consente di armonizzare le normative fiscali su un singolo argomento. Sedici paesi Ue hanno invece deciso di rimanerne fuori. Come detto, le aliquote rispetto all’Italia sono praticamente raddoppiate: sulle azioni si pagherà uno 0,10% sia in acquisto sia nella vendita. Quanto ai derivati l’aliquota è fissata allo 0,01%. Nella base imponibile ci sono però tutti i tipi di derivati: valutari, merci, tassi di interesse, oltre chiaramente a quelli sulle azioni, i soli colpiti in Italia. L’aliquota per gli strumenti finanziari in generale va applicata al valore della transazione, per i derivati invece si punta al nozionale (l’importo sul quale vengono calcolati i profitti e le perdite). L’onore tributario potrà essere esteso fino a tre volte nel caso di operazione ribassista. Un vero e proprio salasso per coloro che vedono nero sui listini. L’imposta andrà infatti pagata una prima volta con l’operazione al ribasso, poi per ricoprirsi dai titoli nella fase di riacquisto e perfino per il prestito titoli connesso all’attività. Quanto ai soggetti a pieno titolo coinvolti nell’applicazione dell’imposta, emerge un’altra novità importante. Oltre a banche e sim chiamate a riscuotere la tassa per conto dello stato ci sono perfino le imprese commerciali attive in qualsiasi settore. Se il 50% del fatturato di un’azienda è generato da operazioni sui mercati, il soggetto viene considerato ente finanziario. Per moderare il contenuto della norma, il testo prevede che il criterio del fatturato possa valere come media degli ultimi tre anni civilistici.

Sempre con riferimento al soggetto passivo, affinché l’imposta possa trovare applicazione è necessario che una delle due parti che prendono parte alla transazione sia stabilita in una dei paesi che hanno deciso di aderire alla cooperazione rafforzata. Il principio della stabilimento in campo tributario finanziario è una vera e propria innovazione da parte del legislatore fiscale comunitario.

Nel concetto di stabilimento il legislatore comunitario include anche quelle banche o sim che sono autorizzate a operare in uno dei paesi che applica l’imposta. Non è necessario per essere colpiti dall’imposta quindi ne la residenza, ne la sede legale ma semplicemente l’autorizzazione a operare in Italia. Chi ha deciso quindi di rimanere fuori dalla cooperazione rafforza, se vuole continuare a non pagare l’imposta dovrà dire addio alle proprie filiali presenti nei paesi che sono invece all’interno. Non è sufficiente per un paese non aderire al patto. Nella normativa è previsto anche per le persone fisiche un concetto aggiuntivo rispetto a quello della residenza, introducendo la definizione di indirizzo permanente.

Quanto al gettito, si punta a un incasso di 31 miliardi di euro complessivo per tutti i paesi. Le entrate dovrebbero essere uno degli incentivi a rimanere o entrare nella Cooperazione Rafforzata. Le entrate versate all’Unione grazie alla Tobin saranno scontate da quanto dovuto dai singoli stati ordinariamente. Le singole imposte nazionali quando entrerà quella della mini Europa verranno cancellate.

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