di Claudia Cervini

Quasi 1 mld di transazioni dal cellulare. Dai biglietti dell’autobus ai parcheggi fino ai bollettini postali Dallo smartphone è partita la guerra al contante. E le telco alleate chiamano a raccolta le banche sul loro hub, che però preferiscono ballare da sole. La guerra al contante ora la fa lo smartphone.

Il mercato delle transazioni effettuate col telefonino dalla distanza (dall’acquisto dei biglietti dell’autobus al parcheggio, dal pagamento dei bollettini postali all’acquisto di contenuti digitali) vale quasi un miliardo di euro (+30% sul 2011). Con beni e servizi in crescita in tripla cifra rispetto al 2010. Non si può, però, dire lo stesso per i pagamenti effettuati dal cellulare sul punto vendita, mercato che potrebbe essere ancor più ghiotto e che invece stenta a decollare. Ecco perché i principali operatori di telefonia mobile (Telecom Italia, Vodafone, Wind, H3g e Poste Mobile) dopo essersi alleati creando una sorta di Hub (una piattaforma tecnologica basata su tecnologia Near field communication) con regole comuni, dove ospitare prodotti finanziari -carte di debito e credito – ma anche coupon, carte fedeltà e titoli di viaggio, ora cercano di portare a bordo il maggior numero possibile di banche e, in seconda battuta, le aziende dei trasporti e i retailer. Gli istituti finanziari però, al momento, preferiscono ballare da soli e stipulare accordi verticali con singoli operatori. Se ne è discusso al convegno dell’Osservatorio Nfc & mobile payment che ha fotografato lo scenario del mobile payment in Italia.

 

È una svolta epocale quella che, a ottobre, ha messo d’accordo i principali operatori di telefonia saliti sulla piattaforma creata da Sia con tecnologia 100% italiana. «Le alleanze sono sempre più facili da trovare quando c’è un mercato da costruire», scherza Rossano Rossi, senior manager innovation Telecom Italia. «Lato cliente l’alleanza si traduce nel fatto che sarà possibile utilizzare qualsiasi carta di debito o di credito senza dover cambiare operatore telefonico», spiega Massimiliano De Carolis, head of Business Development, mobile payments and mobile advertising Vodafone Italia. «Lato banche significa un risparmio di costi di gestione (oltre che di investimenti in tecnologia, ndr) perché la piattaforma permette di realizzare economie di scala oltre ad avvalersi di una tecnologia che consente l’interoperabilità». Pochi istituti finanziari però sono saliti a bordo in modo convinto e quelli che lo hanno fatto hanno stretto accordi con un solo operatore. Come Intesa Sanpaolo che ha scelto la partnership diretta con Telecom. «Siamo partiti con i pagamenti in mobilità a dicembre 2011 insieme a Noverca e questo ci ha dato un certo vantaggio competitivo», spiega Stefania Gentile, responsabile carte di pagamento, direzione marketing privati della Banca dei Territori Intesa Sanpaolo. !Abbiamo fatto un nostro investimento e deciso di non aderire direttamente alla piattaforma; lo faremo in futuro se noteremo un consistente risparmio di costi», aggiunge la manager. Anche BancoPosta ha una connessione diretta con le Poste Italiane, mentre Bnl e Ubi hanno scelto Vodafone, che ha in corso altri sei accordi con istituti finanziari che, se tutto va bene, si chiuderanno nei prossimi sei mesi. «In questo scenario serve un mediatore», spiega Vlad Mihalca, responsabile marketing Vas distintivi PosteMobile. «Ecco perché in questa fase ci proponiamo di fare da trait-d’union tra le banche e le telco per poi aprire la strada anche alle aziende dei trasporti e ai retailers».

 

Sono già 2,5 milioni i telefonini abilitati con tecnologia Nfc e 2 milioni le carte di pagamento contactless già emesse, mentre ci sono già piani definiti per l’attivazione di oltre 170 mila Poss a fine 2013 (dati delll’Osservatorio Nfc & Mobile Payment). Nel 2012 sono partite quasi 20 nuove sperimentazioni Nfc (da Bnl a Bper, da Ubi a Intesa Sanpaolo, da PosteMobile a Vodafone a Tim fino ad Auchan e ad altri giganti della Gdo), ma pochi player sono già in fase commerciale. «Siamo sul mercato da dicembre 2012 con le carte contactless e da gennaio 2013 con le carte di pagamento», dichiara Gentile di Intesa Sanpaolo. Move and Pay è il marchio della banca che permette ai propri clienti dotati di una carta di pagamento del gruppo che telefonano con Tim di pagare gli acquisti avvicinando il cellulare a un Poss abilitato. «Nel 2013 è previsto il lancio dell’intera gamma commerciale». Discorso simile per PosteMobile, che grazie alla sinergia con Bancoposta si propone come fornitore di una soluzione che consente ai clienti di integrare nella sim strumenti di pagamento elettronici, quali carte di credito e PostePay contacless. (riproduzione riservata)