di Andrea Di Biase

Arrivano i primi sì alle azioni di responsabilità contro la famiglia Ligresti e gli amministratori e sindaci che tra il 2003 e il 2011 hanno concorso, secondo la ricostruzione del commissario ad acta, Matteo Caratozzolo, alla sistematica spoliazione di FonSai a vantaggio dell’ex azionista di riferimento, con danni stimati «nell’ordine di centinaia di milioni di euro» per la compagnia assicurativa.

Ieri si sono riunite le assemblee di Atahotels, Auto Presto e Bene, Sai Investimenti Sgr, Fondiaria-SaiServizi, Villa Ragionieri e Immobiliare Lombarda, sei controllate del gruppo assicurativo danneggiate dalle operazioni immobiliari, consulenze e sponsorizzazioni che hanno avuto come controparte le società della famiglia Ligresti. Il voto in assemblea è stato esercitato dallo stesso Caratozzolo, nominato il 12 settembre dall’Isvap, l’autorità di controllo sulle assicurazioni (oggi Ivass), per individuare i responsabili delle operazioni incriminate, determinare l’entità dei danni e promuovere ogni iniziativa necessaria a reintegrare il patrimonio diFonSai. La prossima settimana toccherà alle assemblee delle capogruppo e di Milano Assicurazioni votare la proposta di azione di responsabilità nei confronti di Salvatore Ligresti, dei suoi tre figli (Jonella, Giulia e Paolo), dell’ex amministratore delegato, Fausto Marchionni, e di altri 10 amministratori e otto sindaci delle due compagnie. Nell’assemblea di Milano Assicurazioni il voto sarà espresso ancora da Caratozzolo, mentre in quella di FonSai saranno i soci della compagnia a esprimersi. Sibillino Matteo Arpe, titolare con la sua Sator del 3% del capitale: «Parteciperemo all’assemblea e questo contiene la risposta» alla domanda sull’orientamento di voto del fondo. Molto probabile, dunque, che l’intervento si tradurrà in un voto a favore dell’azione legale, nonostante la proposta di Sator per il rilancio di Premafin e FonSaioffriva un ruolo di azionisti di minoranza qualificata agli stessi Ligresti, messi invece alla porta da Unipol e Mediobanca. Proprio il voto della compagnia bolognese sarà decisivo nell’assemblea di FonSai. L’orientamento dei bolognesi verrà reso noto solo in assemblea anche se appare difficile che il gruppo bolognese possa sottrarsi alla proposta di un commissario finalizzata a reintegrare il patrimonio della società. E questo nonostante le manleve concesse agli amministratori tra il periodo 2007-2011 e stralciate, grazie al pressing della Consob, per quanto riguarda i Ligresti.

Intanto, sul fronte del fallimento delle società immobiliari dei Ligresti, ieri si è saputo che il Tribunale di Milano non ha riconosciuto a Unicredit, esposta nei confronti di ImCo per circa 141 milioni, la validità del pegno sulle azioni Premafin date in garanzia a fronte dei finanziamenti ricevuti. Piazza Cordusio non è invece stata ammessa al passivo della capogruppo Sinergia (anche se il grosso del debito è concentrato in ImCo). Lo sforzo della banca guidata da Federico Ghizzoni continua a essere focalizzato sul piano di concordato fallimentare che sarà presentato a breve. Da pochi giorni è stata costituita la newco che nei piani dovrebbe rilevare gli attivi delle ex società dei Ligresti (principalmente l’area a Sud di Milano su cui dovrebbe nascere il Cerba). Al capitale della newco, oltre a Unicredit, partecipa però la sola Bpm, mentre le altre banche si sono chiamate fuori. (riproduzione riservata)