di Anna Messia

 

L’Ivass, la nuova Isvap a guida Banca d’Italia e presieduta da Fabrizio Saccomanni, alza la guardia su dividendi e remunerazioni (in particolare quelle variabili) che le compagnie di assicurazioni italiane fisseranno nella prossima tornata assembleare di aprile. Un invito simile era già stato spedito lo scorso anno dall’Isvap di Giancarlo Giannini e anche questa volta è stato indirizzato a tutte le imprese, cui viene consigliato di assumere «iniziative ispirate a criteri di prudenza per il consolidamento, anche in chiave prospettica, dei miglioramenti fatti progressivamente registrare nel corso dell’esercizio 2012».

In verità diverse imprese del settore, Generali in prima linea, proprio in questi giorni, presentando i risultati di bilancio 2012, hanno già fatto sapere le loro intenzioni in termini di dividendo. Il cda del gruppo triestino (che ieri tra l’altro Fitch ha messo sotto credit watch negativo, anche se ha confermato il rating A-) ha indicato per esempio una cedola di 20 centesimi, invariata rispetto allo scorso anno. Mentre Cattolica Assicurazioni, che l’anno scorso non aveva pagato dividendo, è pronta a staccare di nuovo un cedola di 80 centesimi.

D’altronde le compagnie, grazie anche alla ripresa del ramo Danni che nel 2012 ha registrato una contrazione dei sinistri, hanno mostrato una tenuta degli utili. Un trend positivo che l’Ivass di Saccomanni è pronto a riconoscere segnalando un miglioramento delle assicurazioni «sia in termini di redditività» sia di «stabilità patrimoniale», anche grazie all’allentamento della tensione sui titoli di Stato italiani e alla ripresa dei corsi azionari».

Ma ci sono ancora nuvole a minacciare le compagnie. «L’andamento recessivo dell’economia reale previsto per il 2013 e il permanere di una situazione di elevata instabilità sui mercati finanziari rendono opportuno richiamare l’attenzione delle imprese all’adozione di azioni rivolte al mantenimento di condizioni di adeguatezza patrimoniale e di prudente gestione del rischio di liquidità», scrive Saccomanni. Anche perché, mentre il ramo Danni è in recupero, nel 2012 la raccolta netta Vita è stata negativa, sottolineano dall’Ivass. Insomma, meglio restare prudenti definendo «una politica di destinazione degli utili tali da garantire la conservazione o il raggiungimento di condizioni di adeguatezza patrimoniale attuale e prospettica». Ma soprattutto «coerente con il complesso dei rischi assunti da ciascuna impresa». (riproduzione riservata)