di Sibilla Di Palma  

In Italia sono ancora poche (e quasi tutte grandi aziende) le organizzazioni che applicano politiche in ambito welfare, con l’erogazione di servizi rivolti al benessere dei dipendenti e alla sostenibilità. Oltre alla scarsa conoscenza degli effetti positivi di queste iniziative per la produttività aziendale e la motivazione del personale, non aiuta di certo la crisi visto che tra le motivazioni spicca anche la carenza di budget.

A sottolinearlo è una fotografia scattata da Sodexo motivation solutions e presentata di recente nel convegno «Benessere organizzativo e produttività aziendale», promosso da Tec, scuola di formazione del gruppo Bosch, in cui sono stati illustrati anche alcuni casi aziendali virtuosi.

 

La ricerca. La survey, che si è focalizzata sulle aree salute e benessere, mobilità e incentivazione, è stata condotta su un campione di oltre 7 mila aziende. Sul primo tema (su un totale di 6.307 imprese intervistate) solo l’8,9% ha risposto dichiarando di erogare servizi legati al benessere dei dipendenti, con una maggiore propensione da parte di quelle di grandi dimensioni (25%) a fronte dell’1% di imprese sotto i 150 dipendenti.

Dal punto di vista della tipologia di servizio offerto, l’indagine rivela come si tratti per la maggior parte di polizze assicurative obbligatorie e soltanto in pochissimi casi (limitati alle grandi aziende) di campagne specifiche di tutela della salute. Tra i motivi che portano le società a non investire in servizi benessere per i lavoratori ci sono l’assenza di budget (40% per le piccole imprese e 30% per le large), «non bisogno» con oltre il 45% delle piccole imprese e un 35% per le large, mentre il 10% (sia nel caso delle grandi, che delle pmi) non riconosce il tema come un asset strategico. Un risultato poco incoraggiante e che andrebbe invece ribaltato «soprattutto in circostanze economiche in cui, come più studi dimostrano, il benessere organizzativo può rappresentare un asset vincente nell’incremento della produttività e delle performances delle organizzazioni», osserva Paolo Corno, direttore commerciale di Sodexo motivation solutions. Anche in ambito mobilità le imprese si mostrano poco ricettive. Su un campione di 869 aziende intervistate ha risposto il 7,9%: di questo, solo il 25% delle pmi e il 20% delle grandi imprese eroga servizi legati agli spostamenti casa-lavoro dei dipendenti. Inoltre, solo poco più del 10% del campione adotta soluzioni che non comprendono convenzioni dirette, come ad esempio la navetta aziendale. Alla domanda sul mancato investimento in servizi di mobilità per il lavoratore, il 40% delle piccole aziende dichiara di non avvertirlo come bisogno e il 23% attribuisce la responsabilità alla mancanza di budget.

Più concreto, invece, sembra l’interesse per i servizi di incentivazione (in particolare della forza vendita) legati alle performance e allo sviluppo del business: in questo caso sul campione di partenza di 6.307 aziende a rispondere è stato il 79% delle società intervistate. Due in particolare le macro aree sui servizi erogati: incentivazione e regalistica, strada intrapresa dal 44% delle piccole imprese e dal 20% delle large, e il buono carburante (scelto dal 56% delle aziende small e dall’80% delle grandi imprese).