di Anna Messia

Si cambia tutto. Con la prossima assemblea di aprile dovranno essere rinnovati gli organi di Cattolica Assicurazioni e, se sulla riconferma del presidente Paolo Bedoni e dell’amministratore delegato Giovan Battista Mazzucchelli non ci sono dubbi, per il resto bisognerà comporre un complicato puzzle.

Per la prima volta nella storia della compagnia assicurativa veronese sarà l’intero cda ad arrivare a scadenza. Le nuove regole, fortemente volute da Bedoni e approvate all’unanimità, sono state riscritte a dicembre scorso quando il consiglio ha convocato un’assemblea straordinaria per dare maggiore stabilità e semplicità alla governance della compagnia che fino ad allora prevedeva il ricambio di un terzo del consiglio ogni anno, ovvero sei membri su 18. Alla fine del triennio il risultato era lo stesso, ossia tutto il consiglio era rinnovato, ma ogni dodici mesi veniva riaperto il capitolo consiglieri, creando un fermento continuo intorno alla compagnia. «Con le nuove regole ci siamo allineati alle altre imprese», dice Bedoni, «e soprattutto siamo riusciti a dare al management un orizzonte temporale più lungo per lavorare con più stabilità».

Ma anche con queste nuove norme sistemare tutti i tasselli per definire il nuovo consiglio di amministrazione che sarà nominato con assemblea del 20 aprile non sarà semplice.

Appena digerite le nuove regole che hanno vietato gli incroci di poltrone tra banche e compagnie di assicurazione e che per esempio lo scorso anno hanno costretto Gianni Zonin, presidente della Banca Popolare di Vicenza, azionista di Cattolica con il 12,4%, a lasciare la vicepresidenza della compagnia (sostituito da Enrico Mario Ambrosetti), ci sono altri vincoli da rispettare. Per esempio, quello sulle quote rosa, che prevede una significativa presenza di donne nei nuovi consigli di amministrazione. Cattolica in realtà era in parte già allineata, visto che si era portata avanti nominando due donne che siedono in consiglio da qualche anno. Si tratta di Barbara Blasevich, presidente e amministratore delegato di Euroconsulting (società di consulenza che si occupa del collegamento tra enti pubblici, amministrazioni e aziende operanti nell’ambito agricolo), e di Bettina Campedelli, professoressa di Economia Aziendale all’Università di Verona. Per loro la riconferma appare a questo punto scontata ma nella lista che sarà espressione del consiglio di amministrazione ci saranno altre due donne.

Una presenza che andrà contemperata però con altri vincoli previsti nello statuto della compagnia cooperativa nata nel 1896 per tutelare i piccoli proprietari terrieri dai danni provocati dalla grandine e dagli incendi. Il primo vincolo, il più caratteristico, prevede che nel consiglio di Cattolica siedano sei rappresentati veronesi, a dimostrazione del radicamento sul territorio della società. Anche se la norma puntava anche ad allentare almeno un po’ il rapporto. «Il vincolo è stato fissato per evitare che i rappresentati di Verona ottenessero la maggioranza assoluta», spiega Bedoni, «con l’intenzione di aprire la compagnia anche al di fuori della città».

Lo statuto prevede poi che in consiglio siedano due rappresentati della Banca Popolare di Vicenza (oltre ad Ambrosetti, in cda c’è Giovanni Sandrini) e bisognerà anche riservare una poltrona a Mapfre, come avviene ormai da più di dieci anni. Si tratta dei soci spagnoli (con una quota dell’8%), quarta compagnia assicurativa iberica, con cui inizialmente Cattolica avrebbe dovuto creare una partnership nel ramo auto. Il progetto è poi sfumato ma i rapporti sono sempre rimasti buoni e in cda siede da anni Domingo Sugranyes Bicket. Un posto (oggi c’è Angelo Nardi) è poi generalmente riservato alla lista di minoranza che otterrà più voti e per presentarne una bastano 250 sottoscrizioni o lo 0,5% del capitale. Non è detto che quest’anno ce ne sarà una, visto che anche per loro le regole sono cambiate. Finora gli altri soci potevano attendere la presentazione della lista espressione del consiglio per decidere se stilarne o meno una propria. Le nuove regole prevedono invece che il termine scada per tutti lunedì 25 marzo. Il velo insomma si alzerà in un colpo solo. (riproduzione riservata)