di Paola Valentini

Una pensione a portata di click. Se Generali con Pensionline ha fatto da apripista nelle polizze previdenziali, sul fronte dei fondi pensione aperti pioniere è Amundi.

In novembre la sgr italiana del gruppo Crédit Agricole ha iniziato a collocare online Seconda Pensione. Fino ad allora questo fondo era proposto tramite alcuni supermercati online (Fineco, Iwbank, Online sim), e una decina di distributori tra banche e pf, ma non dalla sgr che lo gestisce. Una mossa, quella di andare a offrire direttamente il fondo su Internet, decisa anche per ridurre i costi di collocamento. Per ora le commissioni del prodotto sono le stesse indipendentemente dal canale, ma una riflessione per ridurre i costi per gli aderenti è iniziata. Come spiega a MF-Milano Finanza Nadia Vavassori, alla guida del fondo Seconda Pensione di Amundi, che in Francia è leader nella previdenza complementare.

Domanda. Come sta andando il collocamento del fondo sul sito Secondapensione.it?

Risposta. Nei primi due mesi abbiamo avuto un centinaio di iscritti, un risultato ottenuto senza fare pubblicità che è per noi lusinghiero considerando che i nuovi aderenti sono in media 2 mila all’anno.

D. Perché avete deciso di proporre il fondo direttamente online?

R. Abbiamo notato da parte dei sottoscrittori una preferenza per avere direttamente il rapporto con il gestore.

D. Come ve ne siete accorti?

R. Seconda pensione ha un servizio clienti che gestiamo direttamente dalla nostra sede, non è in subappalto come accade per altre sgr che propongono fondi pensione aperti. Dalle telefonate che abbiamo ricevuto ci siamo resi conto che c’è un enorme bisogno di assistenza da parte dei risparmiatori, i quali spesso non vengono purtroppo seguiti con costanza. E soprattutto sul fronte previdenziale è importante un rapporto continuativo tra chi colloca il prodotto e chi acquista.

D. Ridurrete le commissioni del fondo online?

R. Il problema sono le dimensioni. Al di sotto di una certa soglia non è economicamente conveniente gestire un fondo pensione. Posso dire che sotto i 10 mila iscritti e i 100 milioni di euro di patrimonio nessuna società privata può definirsi in pareggio. Noi abbiamo in totale 30 mila iscritti e 490 milioni di patrimonio, ma sull’online i numeri sono ancora bassi. Non nascondo però che una riflessione nella direzione di una diminuzione dei costi in prospettiva la stiamo facendo.

D. Non siete penalizzati dal fatto che gli iscritti ai fondi aperti senza accordi aziendali non hanno il contributo del datore di lavoro a differenza dei negoziali?

R. Non risentiamo di questo elemento. Dirò di più: oggi la maggioranza dei nostri scritti è costituita da lavoratori dipendenti dotati di un fondo negoziale di riferimento, eppure questi soggetti scelgono un fondo aperto. Dagli accordi con le aziende proviene il restante 40% degli iscritti. D’altra parte oggi molte imprese sono in difficoltà e quindi gli accordi aziendali sono più difficili da stipulare.

D. Perché questi lavoratori, che potrebbero optare per un negoziale senza perdere il contributo del datore di lavoro, scelgono un fondo aperto?

R. Il fondo aperto è più flessibile e più trasversale rispetto a un negoziale e ha caratteristiche che sono apprezzate nel caso in cui il lavoratore cambia contratto di lavoro. Con i fondi aperti si realizza una reale portabilità soprattutto nel caso in cui il lavoratore abbia iscritto nel fondo anche i figli a carico.

D. Una domanda è d’obbligo: come rilanciare le adesioni ai fondi pensione?

R. Contrariamente a quanto si dice, noto che c’è consapevolezza tra i lavoratori italiani della necessità di fare qualcosa per integrare la pensione. Purtroppo la crisi e la recente riforma del lavoro fanno sì che i lavoratori dipendenti in Italia continuano a diminuire e si registra un aumento delle richieste di anticipazioni al fondo. Detto questo, aumenterei l’importo deducibile e proporrei di far confluire nei fondi una parte dei contributi destinati all’Inps. Dirottare il proprio Tfr nel fondo vuol dire anche metterlo in sicurezza nel caso di crisi della propria azienda. (riproduzione riservata)