di Andrea Cabrini Class Cnbc

Quello del 2012 è un bilancio di svolta per le Generali. Un bilancio che dà il via alla trasformazione del gruppo verso la best practice internazionale.

 

E il mercato ha risposto alla grande al progetto disegnato dal management guidato dal neo amministratore delegato, Mario Greco, premiando il titolo con un rialzo di quasi il 10% nella seduta di giovedì 14 marzo, la migliore performance intraday nella storia del gruppo.

Generali ha condotto un’accurata asset review che ha portato alla ridefinizione del valore degli asset. L’operazione trasparenza non ha però influito in modo sensibile sulla performance industriale registrata dal gruppo, oltre che sulla posizione patrimoniale e sulla solidità di capitale. «La categoria delle partecipazioni strategiche non esiste: ci sono asset che devono performare per i clienti», spiega Greco in questa intervista a Class Cnbc.

Domanda. Dottor Greco, perché ha definito quello del 2012 un bilancio di svolta per Generali? Che cosa cambia per la compagnia?

Risposta. È sicuramente un bilancio molto diverso dal passato perché abbiamo esaminato tutti gli asset della società, abbiamo guardato come dovevano essere valutati e abbiamo fatto adeguamenti molto importanti nei criteri e anche nel valore.

D.

E il mercato ha risposto alla grande. Siete andati oltre le aspettative?

R. Credo fosse difficile per il mercato capire quanto radicale fosse l’opera di analisi e di verifica che stavamo facendo, anche se noi avevamo detto che stavamo guardando tutto. Penso che questa sia una rappresentazione molto corretta anche della forza della società perché malgrado un’opera di ridefinizione del valore degli asset di questa portata le Generalimantengono una posizione patrimoniale e una solidità di capitale importante, invariata rispetto a prima. Secondo me questa è una grande testimonianza di forza della società.

D. Quali saranno le prossime tappe? Il mercato si interroga anche sul piano delle dismissioni. Come procede?

R. Siamo all’interno di due processi di vendita che seguono i passi previsti. Stiamo trattando, discutendo con le controparti. Ci aspettiamo che, secondo i tempi previsti e le dinamiche di questi processi, ci saranno sviluppi che appena possibile comunicheremo.

D. L’obiettivo di 4 miliardi è confermato?

R. L’obiettivo è confermato. È un obiettivo che continuiamo a trovare ragionevolmente raggiungibile.

E abbiamo elementi per dire che quanto avevamo comunicato al mercato a Londra è effettivamente nelle nostre possibilità.

D. Lei a Londra ha anche detto che avreste lavorato per dare sempre maggiore soddisfazione agli azionisti. Da qui in avanti quali iniziative prenderete sulle politiche di dividendi? E come pensate di riuscirci?

R. Credo che la decisione che abbiamo comunicato sul dividendo sia un primo messaggio importante agli azionisti. In un anno come il 2012 in cui abbiamo fatto importanti svalutazioni degli asset e l’utile netto si è ridotto a 90 milioni, paghiamo oltre 300 milioni di dividendo proprio per dare un messaggio ai soci di fiducia nel futuro della società ma anche di impegno a remunerarli adeguatamente in situazioni difficili come quelle che abbiamo affrontato l’anno scorso. Da qui in avanti contiamo di mantenere la promessa che abbiamo preso con loro già a gennaio e di remunerarli in maniera soddisfacente.

D. Parliamo anche del business, delle sue componenti Vita e Danni. Come sta cambiando l’equilibrio e che segnali vi arrivano dai due principali settori?

R. Nel bilancio credo ci sia un importante segnale che il mercato forse si attendeva da noi. Il business Danni va bene e ha sorpreso offrendo risultati superiori alle aspettative. Ha sorpreso il mercato, non noi. Quando avevamo presentato il piano strategico avevamo parlato del nostro business Danni in maniera ottimistica e credo che ora il mercato abbia verificato perché lo eravamo. Contiamo di farlo crescere ancora e pensiamo che ci siano spazi per continuare su queste politiche. Il settore Vita deve affrontare mercati difficili per tutti in questo momento. Ma credo che i nostri risultati siano comunque stabili e molto solidi.

D. Avete avviato un’ampia ristrutturazione sul mercato italiano, quali sono le prime indicazioni? Come vedete il mercato domestico?

R. In questo momento quello italiano è naturalmente un mercato difficile. L’economia sta soffrendo, questo lo vediamo anche dal nostro punto di vista. Ci rendiamo conto della difficoltà delle Pmi e delle famiglie. Nel Paese stiamo portando avanti un progetto di ristrutturazione molto importante che deve semplificare la struttura societaria, ridurre i marchi, ottimizzare la presenza sul territorio tramite le reti di vendita, semplificare la gamma prodotti. Sono le operazioni da fare in un momento come questo in cui l’economia non è in grande sviluppo.

D. Vi preoccupa l’instabilità politica di questo momento che non permette al Paese di avere una guida? Che effetti potrebbero esserci sull’economia italiana?

R. Più che preoccuparmi mi dispiace. Le Generali generano il 70% del fatturato e dei profitti fuori dall’Italia. L’Italia è un Paese molto importante per noi ma vale il 30% del nostro totale. Come italiano sono dispiaciuto e sono preoccupato perché vedo che l’economia mondiale comincia a uscire, o comincia a uscire o a dare segnali di uscita da questa lunghissima recessione in cui siamo caduti. L’economia americana e quella cinese stanno trainando la crescita e lo sviluppo di molte altre economie, i mercati emergenti le stanno seguendo. Ci sarebbe la possibilità per le industrie esportatrici italiane, per i settori di forza dell’economia italiana di approfittare di tutto questo, ma la crisi politica non ci aiuta. Ecco perché occorre trovare una rapida soluzione di governabilità.

D. Quindi ritiene che i fondamentali dell’economia italiana in questo momento siano migliori di quanto è la reale situazione del Paese?

R. Non posso dire esattamente questo. Penso che l’economia italiana venga da anni molto difficili e stia soffrendo moltissimo per le eredità passate. Credo che oggi si comincia a intravedere l’opportunità di una ripresa mondiale alla quale è fondamentale agganciarsi. La crisi politica purtroppo rischia di tirarci indietro e di farci perdere questo treno che sta partendo.

D. Nel vostro portafoglio i titoli di Stato italiani hanno un grandissimo peso che vi ha anche penalizzato nel momento della crisi del debito sovrano. Come valutate questa esposizione al cosiddetto Rischio Italia? Pensate di incrementarla o diminuirla nel corso del 2013?

R. Abbiamo un’esposizione per Paese che è basata sulle passività che abbiamo in quel Paese. Abbiamo debiti verso i nostri clienti che ci danno i soldi e a un certo momento li rivorranno indietro. Giustamente nei contratti che stipuliamo con loro ci sono rendimenti garantiti, degli impegni da parte nostra. Quindi la nostra esposizione ai titoli italiani è assolutamente parallela e conseguente all’esposizione che abbiamo con i clienti che ci hanno affidato i loro risparmi. Le due cose sono esattamente compensate. Non pensiamo né di aumentare, né di diminuire l’esposizione all’Italia. Seguiamo semplicemente lo sviluppo delle nostre relazioni con i clienti: se queste cresceranno, conseguentemente aumenteremo le attività italiane; se diminuiranno, diminuiremo le attività italiane.

D. Ha detto che non ci sono investimenti strategici per Generali. Quindi come guarda alle quote di società che Generali ha in portafoglio?

R. Abbiamo impegni molto chiari con i nostri clienti. Si aspettano da noi un rendimento, noi lo dobbiamo garantire. E se possibile abbiamo il compito di fornire loro sorprese positive, ossia rendimenti superiori a quelli attesi. Tutti gli asset devono contribuire. Da questo punto di vista la categoria delle partecipazioni strategiche non esiste. Abbiamo asset che devono performare per i clienti e devono essere buoni asset.

D. Come vede l’inizio dell’anno? Quali sono i segnali del primo trimestre e da dove arriverà la crescita da qui in avanti per Generali nel 2013?

R. L’anno è iniziato come ci aspettavamo. Continuiamo a vedere una buona crescita nei Paesi che, specialmente fuori dall’Europa, andavano già bene alla fine dell’anno scorso. La Francia, per effetto di una serie di politiche limitate temporalmente che si stanno in questo momento attuando, dà risultati. La Germania continua ad andare bene. Sicuramente continuiamo a vedere difficoltà nelle economie di Spagna e l’Italia che non possono non tradursi sui risultati di una compagnia assicurativa comeGenerali. Nell’insieme confido in un trimestre molto simile all’ultimo quarter dell’anno precedente e quindi un trimestre con numeri che continuano ad essere per noi positivi. (riproduzione riservata)