di Andrea Montanari

Vendere in tempi rapidi le compagnie assicurative, puntando soprattutto alla valorizzazione della Danni, a un prezzo importante (almeno 400 milioni ma l’ideale sarebbe 600 milioni), di modo che l’importo dell’aumento di capitale, da completarsi nei primi mesi del 2014 posso essere il più possibile contenuto. È questa la nuova strategia di Carige, che vuole focalizzarsi sul business bancario, decisa all’unanimità dal cda di martedì 19 e ribadita alla comunità finanziaria dal direttore generale Ennio La Monica.

Questa è la volontà della Fondazione che controlla (con il 47%) l’istituto. Anche se ieri mattina c’è stato un cortocircuito informativo che ha creato non qualche tensione nel top management, visto che a margine della riunione del comitato esecutivo Abi il presidente della banca Giovanni Berneschi aveva fatto intendere che la ricapitalizzazione sarebbe stata assai corposa, rispetto a un piano di rafforzamento patrimoniale complessivo di 800 milioni. L’aumento «sarà la metà, 400 milioni», ha specificato Berneschi, precisando che le decisioni saranno prese «dall’assemblea dei soci» e che «la Fondazione vuole tenersi il 47%, come è giusto che sia».

Dopo poche ore, la precisazione del presidente di Carige che sa di retromarcia: «Al fine di chiarire eventuali possibili fraintendimenti, confido che l’importo dell’aumento di capitale sarà il più possibile contenuto grazie alla dismissione di alcuni asset del gruppo».

Tornando a questa impostazione, quindi, la priorità è vendere la Carige Assicurazioni e la Vita Nuova. Ma anche con il supporto di due big della consulenza quali Mediobancae Banca Leonardo non sarà facilissimo viste le condizioni del mercato.

«Sappiamo che le compagnie hanno valori di carico compresi tra 400 e 600 milioni, che non tengono conto di possibili accordi di bancassurance, interessanti in particolare per un operatore straniero che voglia entrare in Italia contando su una rete di quasi 700 sportelli», ha spiegato La Monica. «Credo che saranno vendute bene» anche perché dopo le forti perdite registrate della Danni (-169,6 milioni), la compagnia verrà ricapitalizzata per 216 milioni: «Abbiamo fatto pulizia in bilancio per presentarci al mercato, in fase di due diligence, senza sorprese». Alle due società potrebbero essere interessati tutti quei player oggi in corsa per la cessione della Milano Assicurazioni da parte della nuova Unipol, post FonSai, quindi le straniere Axa,Allianz e Zurich, le italiane Vittoria e Cattolica e i fondi Permira e Apax. A spingereCarige a individuare prioritariamente nelle sue controllate assicurative gli asset da cedere hanno giocato un ruolo decisivo, ha spiegato La Monica, le regole di Basilea 3 sull’assorbimento di capitale da parte di questo tipo di asset. Oltre alle compagnie si potrà pensare di vendere gli immobili, la Creditis, la sgr e le partecipazioni finanziarie. «Faremo un’analisi anche sugli immobili, anche se il nostro portafoglio è in gran parte strumentale», spiega il dg di Carige che ha le filiali in carico a circa 770 milioni. Solo dopo aver fatto cassa si avvierà l’aumento (con consorzio di garanzia annesso). «Penso si possa fare tutto entro fine anno e arrivare a marzo 2014, quando saremo sottoposti alla vigilanza della Bce, con i conti a posto», ha sottolineato La Monica, ricordando che la Fondazione «ci ha sostenuto anche nei momenti difficili, credo che lo farà anche adesso: non vedo perché debba volere il male della banca». Quest’ultima a gennaio ha venduto tutto lo 0,6% di Generali e aspetta ancora l’esito dell’ispezione di Bankitalia, tuttora in corso. (riproduzione riservata)