di Mario Valdo 

Un osservatorio nazionale sulle tariffe assicurative degli avvocati. Perché l’obbligo per i legali di stipulare una polizza per la responsabilità professionale, previsto da ultimo dalla riforma forense, può rivelarsi dannoso se non si fissano delle regole precise a tutela dei professionisti. Lo afferma l’Organismo unitario dell’avvocatura, che ha recepito il deliberato dell’assemblea dei delegati del 15 febbraio scorso sull’assicurazione obbligatoria. Secondo l’Oua, nel dettaglio, la recente normativa può risultare «inadeguata se con i regolamenti ministeriali attuativi non verranno definiti e chiariti diversi punti controversi2. Per questo, l’Oua chiede urgentemente un incontro con il Cnf per la fase di definizione dei regolamenti attuativi, e quindi con il ministero della giustizia. Nel documento approvato dall’Oua si ritiene urgente «un’attività di studio sulle clausole di polizza, sulle questioni relative al recesso unilaterale, sul problema delle clausole claims made, sulle note questioni in relazione alla retroattività e ultra attività, sulla atipicità contrattuale della polizza claims made in forma pura o spuria, in relazione all’art. 1917 cc; nonché sugli standard dei livelli di pagamento dei premi». Pollice verso dell’organismo di rappresentanza politica dell’avvocatura, invece, sull’ulteriore obbligo di copertura del rischio infortuni dei «collaboratori dipendenti», che, denuncia il deliberato, «non appare totalmente in sintonia con la vigente normativa (T.U. n. 1124 del 1965 e successive norme integrative come in particolare il dlgs n. 38 del 2000) per la quale solo in caso di ipotesi di responsabilità del datore di lavoro sussiste l’obbligo di questi al risarcimento del danno differenziale rispetto alla copertura Inail».