di Andrea Di Biase

Entreranno nel vivo nei prossimi giorni le consultazioni tra i grandi soci delle Generaliin vista del rinnovo del consiglio di amministrazione della compagnia in occasione dell’assemblea del 30 aprile prossimo. L’orientamento di Mediobanca e degli altri azionisti stabili del Leone, tra cui De Agostini, Del Vecchio e Caltagirone, sarebbe quello di procedere a uno snellimento del board, attualmente formato da 15 consiglieri (anche se originariamente erano 19), per portarlo al numero minimo di amministratori previsti dallo statuto, ovvero 11. La necessità di trovare un compromesso tra i vari soggetti in campo, anche alla luce delle norme sugli indipendenti, sulle quote rosa e sulla disposizione statutaria che fissa in 77 anni il limite di età per sedere in consiglio, potrebbe tuttavia spingere i soci forti delle Generali ha fissare in 13 componenti la dimensione del nuovo cda. Praticamente scontata la conferma del presidente Gabriele Galateri e dell’amministratore delegato Mario Greco, sembra anche molto probabile la permanenza del board dei due attuali vicepresidenti, Francesco Gaetano Caltagirone e Vincent Bolloré, e di Lorenzo Pellicioli in rappresentanza del gruppo De Agostini. I posti riservati alla lista di minoranza, che tradizionalmente viene presentata da Assogestioni e verso cui dovrebbe confluire il voto del Fondo Strategico (cui sarà a breve conferito il 4% di Banca d’Italia) potrebbero essere 2 nel caso il cda fosse di 13 componenti. Se passasse la linea del consiglio ristretto il rappresentante delle minoranze sarebbe invece uno solo. In tal caso nella lista di maggioranza, che dovrà essere pronta entro fine marzo, ci sarebbe spazio per altri 6 candidati, di cui almeno 3 dovrebbero essere di genere femminile. È dunque possibile che Mediobanca, accanto all’uscente Clemente Rebecchini, punti su una donna per prendere il posto di Claudio De Conto. Lo stesso potrebbe fare Intesa Sanpaolo, visto che Alessandro Pedersoli non potrà essere rinnovato, avendo superato i 77 anni di età. Resta invece ancora aperto il confronto tra Fondazione Crt e Ferak (soci in Effeti) per decidere il candidato da inserire nella lista di maggioranza. La settimana prossima, tra mercoledì e giovedì, dovrebbe riunirsi il cda di Effeti per provare a trovare una soluzione. Sembra che l’orientamento sia quello di puntare su un professionista super partes gradito a entrambe i soci, ma che dovrebbe essere indicato dai soci veneti riuniti in Ferak. (riproduzione riservata)